“Costa 5 euro, lo vendono a 2mila”. Polemica sul farmaco anti-Covid

Adesso anche l’ex ministro della Salute Giulia Grillo polemizza con il ministro attuale, Roberto Speranza. A pochi giorni dalla denuncia dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, grazie al quale sono stati realizzati due ospedali Covid, uno a Milano Fiera e l’altro a Civitanova Marche, adesso ne arriva un’altra.

Bertolaso aveva rivelato che per ogni paziente Covid che finisce in terapia intensiva gli ospedali ricevono dalla Regione circa 2mila euro al giorno.

I costi dei farmaci

Adesso la polemica riguarda invece i farmaci anti-Covid. O meglio, il loro costo. Lo scorso martedì mattina il leader della Lega Matteo Salvini, rispondendo a una domanda di Myrta Merlino de La7, ha sottolineato che diversi pazienti Covid, se presi in tempo, potrebbero tranquillamente essere curati a casa loro attraverso un farmaco poco costoso: l’idrossiclorochina, conosciuta con il nome di Plaquenel, che verrebbe a costare 6,08 euro a confezione.

Appena Salvini ha terminato il collegamento, la sottosegretaria dem della Salute Sandra Zampa ha comunicato che il farmaco in questione era stato bocciato mesi fa dall’Agenzia italiana del farmaco, in quanto non curerebbe il coronavirus ma altre patologie.

Quanto detto dalla Zampa è confermato sul sito dell’Aifa: “È un antimalarico, attualmente utilizzato nel nostro paese in campo reumatologico”. Nonostante alcuni malati di Covid siano stati guariti sia a Napoli che a Wuhan attraverso la somministrazione di questo farmaco, l’Aifa sostiene che l’idrossiclorochina può avere conseguenze negative.

A prova di ciò, sul sito vi è l’elenco completo delle coseguenze possibili. Lo scorso 26 maggio quindi è stato deciso di sospendere il suo uso nella cura del virus. Sul sito si possono leggere i nomi dei farmaci usati per l’emergenza coronavirus e le relative modalità di prescrizione. Tra questi anche il Remdesivir.

Per intenderci, lo stesso che ha rimesso in piedi Donald Trump in pochi giorni. Come riportato da Italia Oggi, i costi sono alti.

Giulia Grillo e il folle prezzo del farmaco anti-Covid

Circa una quindicina di giorni fa, Giulia Grillo, l’ex ministro della Salute, aveva chiesto chiarimenti al suo successore, Roberto Speranza, riguardo il prezzo del Remdesivir: 2.100 euro per cinque giorni di trattamento.

Quando il suo costo di produzione è meno di 5 euro. Il Remdesivir è il primo farmaco autorizzato lo scorso 25 giugno dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) per il trattamento di Covid-19. La Grillo ha tenuto a precisare che “se i dati raccolti attraverso atti ufficiali del Parlamento europeo e primarie agenzie di stampa sono corretti, non si capisce come sia stato possibile siglare l’8 ottobre scorso, in sede europea, un accordo che prevede un prezzo pari a 2.100 euro per un medicinale di sintesi chimica che l’azienda Usa Gilead aveva realizzato negli anni passati per debellare l’epidemia di virus Ebola, il cui costo di produzione è stimato inferiore a 5 euro per un ciclo di trattamento di 5 giorni”. L’ex ministro aveva ai tempi cercato di migliorare la trasparenza dei mercati dei medicinali durante la settantaduesima World Health Assembly.

Il ministro Speranza non avrebbe però risposto alla domanda. Cosa che ha invece fatto la Gilead, l’azienda produttrice del farmaco, sotenendo di aver “fissato un unico prezzo di Remdesivir per tutti i paesi industrializzati, pari a 390 dollari a fiala e a 2.340 dollari per un ciclo di trattamento di cinque giorni, ben al di sotto del valore che il farmaco può generare per i pazienti e per i sistemi sanitari.

La riduzione dei tempi di ospedalizzazione, infatti, oltre a rappresentare un risparmio di costi diretti, permette anche di liberare capacità ospedaliera per trattare più pazienti in una condizione di risorse limitate come l’attuale”.

L’azienda farmaceutica ha inoltre sottolineato che il valore del farmaco in questione è stato riconosciuto anche da istituzioni indipendenti come l’Icer inglese, “secondo cui il prezzo congruo dovrebbe essere il doppio di quello a cui Gilead ha scelto di proporlo alla Commissione europea e alle autorità sanitarie dei paesi a più alto reddito pro-capite, mentre ha negoziato licenze volontarie a lungo termine con nove produttori di farmaci generici per la produzione destinata alla distribuzione in 127 paesi a basso reddito”.

In poche parole, sono sempre le aziende farmaceutiche a decidere il prezzo di un farmaco., anche se trattasi di un anti-Covid.