Cosa sta succedendo a Chernobyl, soldati russi con sindrome da radiazione ricoverati in Bielorussia

Mentre resta alta la tensione in tutta l’Ucraina alle prese con gli attacchi russi, l’attenzione delle ultime ore si è spostata su Chernobyl, dove si trova la centrale nucleare protagonista del famoso incidente del 1986 e in mano alle forze di Mosca dallo scorso 24 febbraio. Ieri sera il Pentagono ha fatto sapere che le truppe di Putin hanno cominciato il ritiro dall’impianto. “Non possiamo ancora dire se ne siano andati tutti”, ha precisato un funzionario, aggiungendo che la loro prossima meta è la Bielorussia per riposizionarsi. Proprio dalla Bielorussia è arrivata anche la notizia secondo la quale i soldati russi sarebbero stati ricoverati con sindrome da radiazione. Secondo quanto riferiscono media locali, citati da Ukrainian Pravda, i russi sarebbero regolarmente portati al Centro repubblicano bielorusso di ricerca e pratica per la medicina delle radiazioni e l’ecologia umana.

Soldati russi trasferiti in un centro medico a Gomel
Energoatom (Compagnia nazionale di generazione elettronucleare) osserva che i soldati russi sono stati esposti a significative radiazioni esterne e interne nella zona di esclusione di Chernobyl. Per altro, il 26 marzo scorso, il ministero dell’Ambiente ucraino ha annunciato che nella zona di esclusione vicino alla centrale nucleare stessa erano stati individuati 31 incendi per una superficie totale di 10.111 ettari e la contaminazione radioattiva era quindi in aumento. Nessuno ha comunque potuto confermare la notizia, ma in un post su Facebook, Yaroslav Yemelianenko, dipendente del Consiglio pubblico dell’agenzia statale dell’Ucraina per la gestione delle zone di esclusione, ha ribadito che alcuni soldati sono stati trasportati in autobus direttamente in un centro medico speciale per le radiazioni a Gomel, in Bielorussia, per curare il loro avvelenamento radioattivo.

La polvere radioattiva sollevata dai soldati nella Foresta Rossa
Non solo. Secondo Reuters, i soldati russi che hanno preso il controllo della centrale nucleare di Chernobyl hanno guidato i loro veicoli blindati senza protezione dalle radiazioni attraverso la “Foresta Rossa”,  così chiamata per il colore preso dagli alberi dopo il disastro dell’aprile 1986 e che è la parte più contaminata della zona intorno alla centrale, circa 100 km a nord di Kiev, alzando nuvole di polvere radioattiva. La vasta area intorno a Chernobyl è off limits per chiunque non ci lavori o abbia un permesso speciale, ma la zona della Foresta Rossa è considerata così tossica ancora oggi che persino i lavoratori dell’impianto non sono autorizzati ad andarci. “Il convoglio ha sollevato una grande colonna di polvere radioattiva. Molti sensori di sicurezza per le radiazioni hanno mostrato livelli preoccupanti di radiazioni disperse per aria”, ha detto uno dei dipendenti a Reuters. Quando uno di loro ha chiesto ad un ufficiale russo se sapesse della catastrofe nucleare del 1986, “non ne avevano idea – ha precisato -. L’unica informazione di cui i soldati regolari sarebbero stati in possesso era che il sito ha un’importanza critica”.

Il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, ha intanto fatto visita nelle scorse ore a una centrale nucleare nel Sud dell’Ucraina: “Cerchiamo di essere molto attivi per assicurarci che, il prima possibile, le centrali tornino nelle mani degli ucraini”, ha detto. Quale sia la situazione al momento a Chernobyl però è difficile dirlo, in quanto la stessa Aiea non riceve dati aggiornati dallo scorso 9 marzo.

Cos’è la sindrome da radiazione
L’avvelenamento da radiazione, chiamato anche sindrome da radiazione acuta, designa un insieme di sintomi potenzialmente letali derivanti da un’esposizione dei tessuti biologici a una forte dose di radiazioni ionizzanti. Immediatamente dopo l’esposizione, la patologia può manifestarsi con diarrea, nausea, vomito, anoressia, eritema. Segue poi un periodo di latenza, in cui il soggetto appare in buone condizioni, prima di peggiorare con disturbi cutanei, gastro-intestinali, respiratori e cerebrovascolari.