Corruzione, perquisito sindaco di Fratelli d’Italia Giovanni Mastrangelo
Una nuova e inquietante indagine giudiziaria scuote la regione Puglia, portando alla luce un presunto sistema di corruzione e manipolazione delle gare pubbliche che coinvolge funzionari pubblici, amministratori locali e imprenditori privati. Tra gli otto indagati figura anche il sindaco di Gioia del Colle, Giovanni Mastrangelo, esponente di Fratelli d’Italia, che si trova al centro di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari.
L’Inchiesta e le sue Origini
L’indagine, avviata come secondo capitolo di un precedente filone investigativo, si concentra su un presunto sistema di illeciti legati agli appalti pubblici nei Comuni di Gioia del Colle e Bitritto. La prima tranche, condotta nel novembre 2024 dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, aveva già evidenziato irregolarità e sospetti di corruzione all’interno della ASL di Bari, coinvolgendo dirigenti e funzionari in stretti rapporti con imprenditori locali.
Ora, la seconda fase ha ampliato il raggio d’azione, portando alla luce pratiche illecite di manipolazione delle gare d’appalto, con l’utilizzo sistematico di informazioni riservate per favorire alcune aziende predeterminate. Le indagini si sono concentrate anche sulla gestione di appalti per lavori pubblici, tra cui la costruzione di una scuola a Bitritto e l’adeguamento strutturale di un edificio scolastico a Gioia del Colle.
Le Perquisizioni e le Accuse
Nella mattina del 19 giugno 2025, su mandato del Procuratore Roberto Rossi e della PM Savina Toscani, la Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni domiciliari e acquisizioni documentali presso otto persone, tra cui il sindaco Mastrangelo. Le accuse a loro carico spaziano dalla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, alla turbata libertà degli incanti, fino al falso ideologico e al traffico illecito di influenze.
Tra i casi più eclatanti, l’indagine evidenzia come la gara per la costruzione di una scuola a Bitritto sia stata pilotata prima ancora della pubblicazione ufficiale, con documenti sensibili trasmessi in anticipo ad alcuni imprenditori. In cambio, alcuni di loro avrebbero ricevuto favori come legna da ardere o tangenti di decine di migliaia di euro, per ottenere l’aggiudicazione dell’appalto.
Il Caso di Gioia del Colle e il Ruolo del Sindaco
Nel Comune di Gioia del Colle, le indagini si sono concentrate su un appalto per l’adeguamento strutturale di una scuola. Gli investigatori sospettano che i dati tecnici siano stati predisposti direttamente dalla ditta vincitrice, con la mediazione di un soggetto terzo, anch’egli indagato, che avrebbe sfruttato il suo rapporto con il sindaco Mastrangelo per ottenere informazioni privilegiate in cambio di una percentuale sull’importo dell’appalto.
Secondo gli inquirenti, lo schema seguito richiama un modello già documentato nel primo filone investigativo: condivisione illecita di documenti riservati, simulazioni di procedure regolari e redazione anticipata di atti tecnici, in assenza di controlli efficaci. Questo sistema ben collaudato dimostra come la corruzione si sia radicata e strutturata nel tessuto amministrativo locale.
I Nomi degli Indagati
Oltre al sindaco Giovanni Mastrangelo, sono iscritti nel registro degli indagati:
- Donato Mottola, imprenditore di Noci, già arrestato nel 2021 per tangenti;
- Francesco Girardi, coinvolto in appalti pubblici;
- Nicola Sansolini, dirigente della ASL di Bari;
- Nicola Iacobellis, funzionario ASL Bari;
- Antonino Del Vecchio, responsabile dell’Ufficio Lavori Pubblici di Gioia del Colle;
- Lorenzo Fruscio, dirigente del Comune di Bitritto;
- Raffaele Amato, funzionario delle Infrastrutture del Comune di Bari.
Per alcuni, come il primo cittadino, sono già state eseguite perquisizioni, mentre per altri gli accertamenti sono ancora in corso.
Una Rete di Corruzione Trasversale
L’indagine dipinge un quadro preoccupante: un sistema di corruzione che attraversa più livelli della pubblica amministrazione locale, con tecniche ripetitive e schemi consolidati. La presenza di questa rete di favori e scambi illeciti mette in discussione l’efficacia dei controlli e solleva dubbi sulla trasparenza e imparzialità nella gestione delle risorse pubbliche.