Coronavirus, l’allarme dell’Iss: “Entro due settimane possibili 100 morti al giorno”

 

L’andamento dei contagi e dei morti da coroanvirus in Italia preoccupa epidemiologi, virologi e soprattutto medici. Basti guardare ai decessi, che in soli otto giorni, dal 5 al 13 ottobre, sono passati da 14 a 41, a fronte di quasi 6 mila casi. La curva, quindi, ha iniziato a risalire, mettendo in affanno gli ospedali. Ma anche le previsioni sui prossimi mesi non sono positive, addirittura il timore è di arrivare a sfiorare i 100 morti al giorno. Il tutto entro pochi giorni, due settimane. A spiegare il motivo di questi calcoli così pessimistici è Patrizio Pezzotti, l’epidemiologo dell’Istituto superiore di sanità, che cura il rapporto mensile sulla mortalità da Covid: “Tra la comparsa dei sintomi e il decesso trascorrono mediamente due settimane, perciò le oltre 40 vittime che contiamo oggi sono quelle che si sono ammalate quando avevamo poco più di 1600 contagi al giorno – ha spiegato alla Stampa -. Ora, con quasi 6 mila contagi in un giorno e con il nostro tasso di letalità, la curva dei decessi tra un paio di settimane è destinata a sfiorare le tre cifre”.

Altra fonte di preoccupazione sono i ricoveri. Ad oggi il totale dei letti occupati da pazienti Covid ammonta a 5.076 nei reparti di medicina e a 514 in terapia intensiva. Cifre che si sono triplicate nell’arco di tre settimane. Ecco perché i medici ospedalieri hanno lanciato l’allarme: “Se aumentano i contagi Covid, gli ospedali reggeranno solo 2 mesi”. I reparti più sotto pressione al momento sono quelli di medicina, dove i 30 mila letti tagliati in dieci anni mettono in difficoltà soprattutto il Sud. Inoltre più ricoveri può significare anche più morti. Soprattutto in un Paese come il nostro che – come ricorda la Stampa – è il più vecchio d’Europa con il 22,8% di over 65 contro una media Ue del 20,3. E la mortalità da Covid si concentra quasi esclusivamente tra gli anziani. “Noi rischiamo di avere una mortalità più alta, perché se nel nord Europa gli anziani vivono per conto proprio, in Italia restano spesso in famiglia. Dove però avviene oltre il 70% dei contagi”, ha detto il virologo Andrea Crisanti.

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