Conte striglia Merkel & company. Basta scherzare o salta l’Europa. Siete d’accordo?

 

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte alza la voce con i partner europei (Germania e Olanda in testa) e, nel giorno in cui l’Eurogruppo dà l’ok al Mes, usa parole forti e chiare. Nell’intervento conclusivo a “The State of Union”, il premier afferma che “le tre misure Sure, Bei, Mes sono insufficienti, ammontando ad una frazione di quanto altre grandi economie, come quella Usa, stanno spendendo per sostenere le loro imprese e le loro famiglie. Il prestito effettivo del “Recovery Fund” sui mercati (distinto dalle risorse totali che esso mobilita) deve essere di notevole dimensione, almeno 1 trilione di euro, per portare la dotazione totale della risposta europea in linea con le necessità finanziarie complessive dell’Ue”.
Conte si appella all’Ue e in particolare a quegli Stati del Nord Europa che sono sordi di fronte alla solidarietà e alla necessità di dare risposte forti e veloci. “La sfida cruciale è quella di tradurre in realtà il segnale politico sul “Recovery Fund”, prima che sia troppo tardi per le economie e per la società del nostro continente. L’impatto economico della crisi da Covid-19 è gigantesco e drammatico, come le previsioni economiche europee ed internazionali confermano. Pertanto, l’Europa deve agire senza ulteriore indugio per avviare la ripresa economica”.

Il premier entra poi nel merito. Il Recovery Fund “deve essere basato su un mix equilibrato di loans (prestiti, ndr) e di grants (trasferimenti, ndr), questi ultimi essenziali per evitare ulteriori asimmetrie nei rispettivi stock di debito. Ciò consentirebbe l’effettivo raggiungimento dell’obiettivo della parità di condizioni e corrisponde allo spirito di solidarietà necessario a tradurre le parole in decisioni politiche. Il Fondo è fondamentale per garantire parità di condizioni fra Stati Membri mentre affrontiamo la grave crisi economica e prepariamo la ripresa. Il meccanismo di finanziamento dovrebbe essere con scadenza a molto lungo termine (almeno 25 anni) per spalmare nel tempo i significativi costi di breve termine”.

Poi i tempi. “Un “front loading” del “Recovery Fund” è necessario con urgenza, come ponte per anticipare parte delle risorse alla seconda metà del 2020, perché il Fondo dovrebbe essere collegato al prossimo Quadro Finanziario Pluriennale. Sarà di fondamentale importanza che tutti gli Stati Membri siano pienamente coerenti con la loro responsabilità politica sia sul Recovery Fund, sia sul Quadro Finanziario Pluriennale. Ulteriori ritardi” su entrambi “metterebbero in pericolo l’avvio di una piena ripresa economica”.

Conte dosa bene le parole e il messaggio per Bruxelles è chiarissimo. “Se non adottiamo e attuiamo rapidamente una risposta europea coordinata basata sulla solidarietà, sul coraggio, su misure straordinarie all’altezza della sfida senza precedenti, sarà lo stesso progetto europeo ad essere in gioco. Le sfide nella crisi attuale sono una ripresa tempestiva e piena delle economie europee interconnesse, il Mercato Unico – che è un pilastro fondamentale dell’Unione Europea – e le catene di valore che sono al cuore dell’industria europea. Dipendiamo tutti gli uni dagli altri e dobbiamo tutti fare affidamento gli uni sugli altri. L’Ue deve dare ai cittadini europei un messaggio chiaro, dimostrando di avere una visione comune di ciò che è necessario per superare l’attuale crisi e per promuovere una rapida ripresa in tutto il continente”.

“In questa fase cruciale per l’Europa non siamo di fronte ad un negoziato a somma zero. Non ci saranno vincitori e sconfitti. O vinceremo tutti, o perderemo tutti. L’Europa non può accettare che la peggiore pandemia globale risulti in un processo di disintegrazione senza precedenti. Lavoriamo insieme per far vincere l’Europa!”.

“Sono ora gli Stati Membri a dover fare la loro parte. A tale riguardo, il Consiglio Europeo in videoconferenza del 23 aprile scorso è una buona base di avanzamento. I Leader europei hanno deciso difatti non solo di rendere operative entro il 1 giugno 2020 le tre proposte concordate all’ultimo Eurogruppo, il programma Sure, il fondo della Banca Europea per gli Investimenti e il Mes”. I Leader europei hanno anche concordato di “lavorare per la creazione di un fondo per la ripresa”, sul fatto che “il Fondo è necessario e urgente” e “dovrà essere di entità adeguata, mirato ai settori e alle aree geografiche dell’Europa maggiormente colpiti e destinato a far fronte a questa crisi senza precedenti. Ciò significa che il “Recovery Fund” non è più una promessa e può diventare una proposta concreta”.

Mes, Di Maio: “Se ci sarà poderoso Recovery Fund non ce ne sarà bisogno” – “Il Mes? Come ha detto il premier Giuseppe Conte dobbiamo leggere i regolamenti, sappiamo che venerdì prossimo ci sarà una riunione per discutere su quelli che sono gli aspetti tecnici del “sì condizionalità” e “no condizionalità”. Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, durante la registrazione di ‘Accordi e Disaccordi’, il talk politico condotto da Andrea Scanzi e Luca Sommi, in onda stasera sul Nove alle 22.45. “Si parla di circa 30 miliardi del Mes per l’Italia, ma noi stiamo lavorando su un accordo per il Recovery Fund che vale tra i 1.500 e 2.000 miliardi. Quindi – prosegue Di Maio – se ci sarà un poderoso Recovery Fund, non ci sarà bisogno di nessun altro strumento”.