Condividi: Commenti: 17 “Ha troppi scheletri, no grazie”. Veto M5s sulla Boschi ministro

Una rivolta a tutto campo. Dichiarazioni al veleno, accuse plateali e posizioni rigide: dal Movimento 5 Stelle, come già anticipato sul Giornale in edicola oggi, si alza la barriera del “no” nei confronti dell’ipotesi dell’ingresso di Maria Elena Boschi nello scacchiere giallorosso.

La renziana potrebbe infatti entrare nella squadra guidata da Giuseppe Conte, che per risolvere le tensioni con Italia Viva potrebbe essere costretto al maxi rimpasto e dunque concedere più di una poltrona al partito di Matteo Renzi. In tal senso l’ex ministro delle Riforme potrebbe approdare al ministero del Lavoro al posto della grillina Nunzia Catalfo, mettendo in pericolo il reddito di cittadinanza tanto disprezzato da Iv.

Il nome della Boschi ha immediatamente provocato le prime reazioni all’interno del gruppo pentastellato che, giusto per ricordare, sin dai tempi della riforma costituzionale del 2016 e sul caso Banca Etruria aveva messo duramente nel mirino quella che a stretto giro potrebbe diventare una compagna di viaggio. Dopo le infinite giravolte sui temi storici, il mondo giallo teme di perdere ulteriore consenso qualora la loro storica nemica dovesse sedersi al tavolo e prendere decisioni per il Paese. Non a caso il senatore Alberto Airola, contattato dall’Adnkronos, ha espresso il proprio pensiero e ha richiamato il M5S a osservare gli ideali con cui ha ottenuto i voti dagli italiani: “Bisogna essere coerenti. Ha troppi scheletri, no grazie. Boschi non può occupare alcun posto di governo a mio avviso. Ma questo lo penso anche di ministri come Paola De Micheli: una persona che dice che sui bus non si prende il Covid dimostra di essere inadeguata“.

I 5S in trincea

Anche Roberta Lombardi, capogruppo pentastellato in Regione Lazio e componente del Comitato di garanzia dei 5 Stelle, si è opposta duramente a questa opzione sul tavolo: “Provo pena per il popolo italiano. Alla fine si riduce tutto a questo? Di nuovo?“. E tra l’altro dice di provare “l’orticaria“. C’è tempo anche per bombardare politicamente Italia Viva, con il sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa che sarebbe sconcertato se alla fine tutto il caos di Renzi si risolvesse con una questione di posti di potere: “Hanno fatto tutto questo per far entrare al governo Boschi o Rosato? Con il rischio di mandare il Paese in stallo e ancor peggio ad elezioni. Se sciolgono le Camere come li diamo i ristori? Come facciamo gli scostamenti di bilancio? Cose da pazzi“.

Ma c’è chi coglie l’occasione per prendersela con i vertici del Movimento 5 Stelle. Il deputato Alvise Maniero accusa i piani alti pentastellati di far pesare troppo poco le proprie ragioni: “Mi preoccupa il partito di maggioranza relativa che conta meno di vari altri, con una guida politica ad interim, che da statuto doveva durare 30 giorni, e che invece il 22 gennaio compirà un intero anno da reggente“. Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, si trincera dietro un silenzio che comunque parla chiaro: “Meno parlo meglio è“.

Chi entra e chi esce

Le pressioni renziane avrebbero convinto il premier Conte a cedere la delega ai servizi segreti. L’intenzione è quella di darla non a un uomo di partito, ma a una figura tecnica, delle istituzioni, affidabile. Nelle ultime ore sono spuntati i nomi del segretario di Palazzo Chigi Roberto Chieppa e del capo di Gabinetto Alessandro Goracci. Ma attenzione, come sottolinea il Corriere della Sera, alla pista Luciana Lamorgese. Che a quel punto dovrebbe essere sostituita al Ministero dell’Interno: in corsa per il Viminale vi sono Ettore Rosato (Italia Viva) e Lorenzo Guerini (Pd), allo stato attuale ministro della Difesa e in lista anche per la delega ai Servizi.

Occhio anche all’ipotesi spacchettamento di Trasporti e Infrastrutture: Graziano Delrio si potrebbe insediare ai primi, mentre il posto dei secondi potrebbe essere occupato dal grillino Giancarlo Cancelleri. Il Partito democratico guarda con grande appetito la casella da sottosegretario alla presidenza del Consiglio – attualmente affidata al 5S Riccardo Fraccaro – ambita dai dem Goffredo Bettini e Andrea Orlando. Il vicesegretario del Pd in alternativa potrebbe ottenere il Ministero dell’Ambiente, con la delega al Recovery Fund. Al dicastero del Sud sembra stabile Giuseppe Provenzano, ma i pentastellati potrebbero fare pressing per inserire Francesco D’Uva o Cancelleri.