Conclave, spunta il retroscena: “Prevost eletto due volte, Parolin si è ritirato”
Il Conclave che ha portato all’elezione di Leone XIV continua a far parlare di sé, tra voci di corridoio, supposizioni e un alone di mistero che avvolge ancora i retroscena di questa storica scelta papale. Sebbene l’elezione sia avvenuta nel silenzio sacro della Cappella Sistina, le indiscrezioni circolano con insistenza, alimentando curiosità e speculazioni tra gli addetti ai lavori e i fedeli di tutto il mondo.
L’attesa e le tensioni nella Sistina
La lunga maratona spirituale, iniziata con una meditazione collettiva dedicata allo Spirito Santo e alla povertà della Chiesa, si è conclusa con alcune scene inaspettate. Secondo fonti anonime, il disagio fisico avrebbe preso il sopravvento tra i cardinali, che, privi di servizi igienici all’interno della Cappella Sistina, avrebbero vissuto momenti di autentico tormento, più vicini a miracoli vescicali che a quelli spirituali.
Le prime votazioni e le sorprese
Alla prima votazione, il nome del Segretario di Stato, Pietro Parolin, ha deluso le aspettative, attestandosi intorno ai 50 voti, ben 15 in meno rispetto alle previsioni della vigilia. Sorprendentemente, invece, Robert Francis Prevost, cardinale americano considerato outsider, ha raccolto circa venti preferenze, emergendo come possibile protagonista della giornata. Tra i papabili, figure come Erdo, Zuppi, Pizzaballa e Tagle non sono riuscite a ottenere il sostegno necessario per avanzare.
Il gesto simbolico di Prevost e l’elezione
Si racconta che Prevost, già dato per papabile dalla mattina, abbia chiesto una seconda votazione nel pomeriggio, forse per rafforzare l’unità dell’assemblea e rendere più solenne la proclamazione. In questa fase, il Segretario di Stato Parolin avrebbe deciso di convergere sul candidato americano, accelerando così i tempi dell’elezione e portando alla scelta di Leone XIV.
Il discorso e il ritorno a Santa Marta
Prima di indossare la tiara, il futuro pontefice sarebbe tornato nella sua stanza a Santa Marta, dove avrebbe scritto o perfezionato il discorso di insediamento. Parole di pace e di speranza, tese a presentare una Chiesa “disarmata e disarmante”, sono state lette nella Sala del Pianto, oggi più teatro che rifugio spirituale.
Un nuovo volto per la comunicazione vaticana?
Nel frattempo, si vocifera di un possibile cambiamento ai vertici della comunicazione vaticana. Dopo l’uscita di scena del trio formato da Bruni, Tornielli e Ruffini, si parla di Valentina Alazakty, giovane giornalista messicana dal profilo moderno ed empatico, come possibile nuovo volto della comunicazione ufficiale del Vaticano.
Verità o suggestione?
Come spesso accade in Vaticano, tra verità e illusione il confine è sottile. Nessuno può confermare con certezza questi dettagli, e il clima di attesa e di silenzio rende ogni parola ancora più pesante. In un’epoca in cui ogni notizia può essere manipolata o fraintesa, il dubbio rimane l’unica certezza: nel post-Conclave, la verità si mescola con la suggestione, lasciando il mondo a interrogarsi su cosa sia realmente accaduto dietro le quinte della Cappella Sistina.