“Chi l’ha uccisa?”. Liliana Resinovich, la domanda a Sebastiano Visintin: la riposta che spiazza

Trieste – A distanza di oltre tre anni dalla scomparsa e dal ritrovamento senza vita di Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin, iscritto nel registro degli indagati per omicidio, è tornato a Trieste e ha rotto il lungo silenzio. Intervistato da Tele4 mentre era alla guida della sua auto, l’uomo ha respinto con fermezza ogni accusa, ribadendo la sua innocenza: “Io non ho niente a che fare con la morte di Liliana, assolutamente, e sono felice di essere qua a Trieste, ho trovato una città meravigliosa”.

Il caso Resinovich, che ha scosso l’opinione pubblica per la sua complessità e i numerosi interrogativi irrisolti, continua a tenere banco. Le indagini, coordinate dalla Procura di Trieste, proseguono con nuovi sviluppi che complicano ulteriormente la posizione di Visintin.

Nonostante l’iscrizione nel registro degli indagati, Visintin ha mantenuto un atteggiamento improntato alla calma e alla disponibilità. “Vivo alla giornata, non penso a ieri non penso a domani. Se ci sarà il processo io sono qua, sono a disposizione”, ha dichiarato, rispondendo a chi gli chiedeva se si sentisse già condannato.

Nel corso dell’intervista, Visintin ha scelto di non puntare il dito contro nessuno. “Non voglio parlare di chi è stato”, ha detto in riferimento a chi possa aver ucciso Liliana, aggiungendo che “ci sono gli avvocati per questo, anche per la descrizione di quel che è accaduto nel boschetto”, luogo del ritrovamento del corpo. Sul dubbio tra omicidio e suicidio, ha ribadito: “Non spetta a me dare queste risposte, ci sono i consulenti, i miei avvocati”.

Intanto, le indagini si arricchiscono di nuovi elementi. Dopo il recente sequestro di coltelli e forbici nell’abitazione di Visintin, l’8 aprile, emerge da Il Piccolo che l’uomo avrebbe regalato, oltre due anni fa, tre coltelli a un conoscente residente in Toscana. Quest’ultimo, appresa la notizia del sequestro, avrebbe contattato la pm Ilaria Iozzi per informarla del dono ricevuto. I coltelli sono stati successivamente sequestrati dopo che l’uomo è stato ascoltato dalla Squadra Mobile e interrogato sul suo rapporto con Visintin.

È importante sottolineare, come riporta anche il quotidiano triestino, che sul corpo di Liliana non sarebbero state trovate ferite compatibili con armi da taglio. Tuttavia, gli inquirenti non trascurano alcuna pista.

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