“Chi era davvero”. Omar ucciso da un’orsa mentre si fa un selfie: la scoperta dopo la tragedia
Una tragica perdita ha sconvolto la comunità di Samarate e l’intera provincia di Varese, coinvolgendo anche i numerosi appassionati di viaggi e avventure. Omar Farang Zin, 48 anni, motociclista e lavoratore presso l’aeroporto di Malpensa, ha trovato la morte nei Carpazi rumeni, durante un inatteso e fatale incontro con una madre orsa.
L’incidente è avvenuto ieri nel cuore delle montagne rumene, una zona nota per la sua avversione agli incontri ravvicinati con la fauna selvaggia. Le prime ricostruzioni evidenziano come Omar, notoriamente appassionato di viaggi e natura, abbia accostato la sua moto nei pressi di una zona popolata da orsi, forse attratto dall’istinto di avvicinamento o dalla curiosità di interagire con gli animali selvatici. In un gesto evidentemente imprudente, avrebbe tentato di dare da mangiare a cuccioli d’orso, ignaro del pericolo rappresentato dalla madre, presente nelle vicinanze.
L’attacco, improvviso e violentissimo, ha causato il tragico decesso di Omar che, nel tentativo di immortalare l’evento con un selfie proprio con l’orsa, è stato trascinato per diversi metri fin nel burrone sottostante. I soccorritori, intervenuti con urgenza, hanno impiegato oltre un’ora per recuperare il corpo ormai senza vita.
Una zona a rischio, tra avvertimenti e sottovalutazioni
L’area dell’incidente è riconosciuta come una delle più popolate di orsi in Romania. Cartelli e segnali indicano chiaramente i pericoli e invitano i visitatori a non nutrire o disturbare gli animali selvatici, ma evidentemente alcuni visitatori, attratti dalla presenza di questa affascinante fauna, sfidano le regole, evidentemente sottovalutando i rischi.
Reazioni e cordoglio
La notizia ha suscitato sgomento e tristezza tra amici e colleghi di Omar, molto conosciuto e stimato nel suo paese natale di Samarate, dove la comunità si è stretta con affetto alla famiglia. La sindaca Sarah Foti, esprimendo il suo dolore, ha ricordato Omar come “una persona conosciuta da tutti, sempre allegra e sorridente”, e ha rivolto parole di conforto alla famiglia, soprattutto alla madre, scomparsa durante la pandemia, e alla sorella.
Tra molti, si riflette sulla scelleratezza di alcuni gesti che possono mettere in grave pericolo la vita umana e disturbare un fragile equilibrio tra uomo e natura. Dopo l’incidente, l’orsa coinvolta è stata abbattuta, provocando patimenti e discussioni sulla gestione della fauna selvatica e sulla responsabilità dei turisti.
Un tragico monito
L’incidente di Omar rappresenta un severo monito sui pericoli di un’interazione avventata con la natura selvaggia. La passione per l’avventura e il desiderio di vivere emozioni uniche sono legittimi, ma devono essere sempre accompagnati da rispetto e consapevolezza delle regole, specie in territori dove la fauna può riservare sorprese molto pericolose.