Caso Resinovich, bluff del tecnico smascherato: querela per falso

Un nuovo, clamoroso colpo di scena scuote le indagini sulla morte di Liliana Resinovich, la donna scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022. La confessione di un tecnico dell’obitorio, che si era autoaccusato di aver provocato accidentalmente una frattura alla vertebra T2 del corpo di Liliana, è stata smascherata e l’uomo è stato querelato per falso.

L’annuncio è arrivato dall’avvocato Nicodemo Gentile, legale del fratello della vittima, Sergio Resinovich. A far crollare la versione del tecnico sono stati i risultati di una revisione specialistica delle immagini TAC del corpo, effettuate l’8 gennaio 2022, che hanno confermato la presenza della frattura già all’epoca. Un “bluff” che solleva ora interrogativi inquietanti.

“Sergio Resinovich ha chiesto di approfondire il motivo di queste sue mendaci e tardive dichiarazioni, di capire se sta aiutando o coprendo qualcuno,” ha dichiarato l’avvocato Gentile. L’obiettivo è ora quello di fare luce sui possibili mandanti e sui contatti del tecnico con altre persone coinvolte nella vicenda.

La reazione di Sergio Resinovich è stata immediata e decisa. Oltre alla querela, il fratello di Liliana ha richiesto al Ministro della Salute “una tempestiva e rigorosa ispezione sul Reparto in cui questo soggetto lavora”. La richiesta punta a fare chiarezza sull’operato del tecnico, definito da Resinovich come “mitomane”, e sul clima all’interno della struttura. Le parole di Resinovich, che cita anche le “straripanti pagine social” del tecnico, suggeriscono un quadro di scarsa professionalità e mancanza di rispetto per il luogo di lavoro.

Il Caso Non si Chiude: Marito Indagato e Ricerca di Nuovi Dati

Mentre la falsa confessione si sgretola, l’inchiesta sulla morte di Liliana Resinovich prosegue a ritmo serrato. Un altro importante sviluppo riguarda l’iscrizione nel registro degli indagati del marito della vittima, Sebastiano Visintin. Gli inquirenti concentreranno ora le loro attenzioni sull’analisi dei cellulari di Liliana, con l’obiettivo di recuperare dati cancellati che potrebbero rivelarsi cruciali.

La tragica vicenda di Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata nel parco di San Giovanni a Trieste, continua a tenere banco. Le indagini, a tre anni dai fatti, sembrano tutt’altro che concluse. I super consulenti nominati dagli inquirenti hanno ipotizzato che la morte sia avvenuta il giorno stesso della scomparsa, ma la verità rimane ancora avvolta nel mistero.

Il crollo della confessione del tecnico e la nuova indagine sul marito riaccendono i riflettori su un caso complesso e pieno di interrogativi. La domanda che ora risuona con forza è una sola: chi ha davvero qualcosa da nascondere?

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