Caso Liliana, arriva la svolta: “Ho scelto di dire la verità agli inquirenti”

Rimane ancora un giallo il decesso di Liliana Resinovich, la pensionata trovata senza vita nel 2022 nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Ancora oggi dopo tanti anni gli inquirenti devono scoprire chi sia stato a togliere la vita alla poveretta.

E che si tratti di delitto sembra ormai assodato dagli stessi inquirenti, anche se il caso ha rischiato di essere chiuso e archiviato come gesto volontari. Ma erano troppe le circostanze che indicavano come appunto qualcuno potesse aver fatto del male alla donna visto che il suo corpo fu trovato chiuso in sacchi neri.

Una circostanza che non era passata inosservata sia al marito della Resinovich, Sebastiano Visintin, che ai famigliari della stessa e all’amico Claudio Sterpin. E proprio Sebastiano adesso è finito nel registro degli indagati con l’accusa, gravissima, di aver tolto la vita alla moglie.

Insomma Visintin è l’unico indiziato di delitto al momento. Quando negli scorsi giorni ha ricevuto la notifica da parte degli inquirenti Sebastiano è caduto dalle nuvole anche perchè lui ha sempre dichiarato di essere innocente e di non c’entrare assolutamente nulla con il decesso della moglie.

Gli inquirenti vogliono capire bene la sua posizione e la sua iscrizione nel registro degli indagati sicuramente è un passo in più nelle indagini. Un atto dovuto anche perchè la famiglia di Liliana aveva più volte chiesto di indagare proprio il marito di quest’ultima.

La posizione di Sebastiano Visintin è ancora tutta da chiarire. Lui continua a dichiararsi innocente anche se adesso potrebbero uscire dettagli interessanti dall’analisi del contenuto dei cellulari perizia che si dovrà svolgere il prossimo 9 maggio.

Da lì potrebbero uscire fuori particolari interessanti. Nell’attesa c’è qualcuno che ha deciso di vuotare il sacco e dire la verità agli inquirenti. Infatti c’è una testimone che ha deciso di parlare dicendo che cosa ha visto, una testimonianza che gli inquirenti potrebbero prendere in seria considerazione.

Se non altro per dare un nome e anche un volto al presunto soggetto che avrebbe colpito Liliana. “Specifico che io e il mio compagno veniamo da Muggia, quindi per accedere al nostro posto di lavoro, che si trova all’interno del comprensorio dell’ex ospedale psichiatrico, dobbiamo fare il seguente percorso” – ha detto questa testimone agli inquirenti.

“Erano circa le 6.50, il mio compagno ha rallentato, perché subito dopo, sulla destra, c’è una curva molto stretta. Prima di fare la curva, ho notato una figura che aveva in mano una torcia elettrica accesa, la cui luce puntava verso il basso. La zona è abbastanza buia ma ho visto che si trattava sicuramente di un uomo. Mi sembrava anziano, che vestiva tutto di scuro, sia pantaloni che giacca” – ha raccontato la testimone oculare.

“Portava un berretto scuro con una visiera corta, non come quelle dei berretti da baseball e non era di lana, né sportivo. L’uomo era di altezza media e di corporatura normale. Ho avuto l’impressione che l’uomo fosse anziano perché sul suo viso ho notato che aveva la barba bianca” – questo il racconto della donna che ha anche affermato agli investigatori che forse quella persona portava una coppola in testa. La persona in questione ha quindi deciso di parlare e raccontare la sua verità, anche questi dettagli potranno tornare utili agli inquirenti.

E anche la giornalista di Chi l’ha Visto? Chiara Ingrosso ha rivelato che durante una intervista Sebastiano aprì un cassetto dove spuntarono fuori dei cordini uguali e identidici a quello trovato sul sacco che chiudeva la testa di Liliana. “Ti prego, di’ che sei stata tu ad aprire il cassetto mentre cercavi una penna. Io ti ho detto solo che le penne erano lì’. Insisto dicendo a Sebastiano di non modificare nulla riguardo a quella circostanza. Sapevo che la parte giusta era di non mentire agli inquirenti” – ha riferito Chiara Ingrosso (oggi a Farwest) affermando che Sebastiano voleva farle cambiare versione dinanzi agli investigatori.

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