Caso Ghiglia, mail e diffida contro Report: “Domani vado da Arianna Meloni”. Bufera su Fratelli d’Italia e Rai3
Un nuovo capitolo si apre nel caso che coinvolge Agostino Ghiglia, membro del Garante della Privacy in quota Fratelli d’Italia, già al centro di polemiche per la multa inflitta al programma Report. Le recenti rivelazioni hanno acceso un acceso dibattito politico e sollevato interrogativi sulla trasparenza e l’indipendenza delle autorità di garanzia.
La scoperta di una mail interna indirizzata all’Agcom, in cui Ghiglia scriveva “Domani vado da Arianna Meloni”, ha fatto emergere sospetti di pressioni politiche. La frase, riferita a un incontro con la sorella del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è avvenuta proprio alla vigilia della sanzione di 150mila euro inflitta a Report per presunte violazioni della privacy. Questo dettaglio ha alimentato il sospetto che l’intervento dell’autorità fosse influenzato da considerazioni politiche, minando la percezione di imparzialità.
Ma non è tutto. Nelle stesse ore, Ghiglia ha inviato una diffida formale alla redazione di Report, con toni durissimi, per bloccare la messa in onda di una puntata prevista per il 2 novembre 2025. La lettera, anticipata dal quotidiano Il Fatto Quotidiano, accusava il programma di aver violato la sua privacy, sostenendo che alcune conversazioni riservate tra colleghi sarebbero state acquisite e diffuse illecitamente. Ghiglia chiedeva la cancellazione immediata di ogni riferimento ai suoi messaggi e minacciava azioni legali, anche di natura penale.
L’episodio ha suscitato forti polemiche politiche e sociali. La redazione di Report, tuttavia, ha deciso di non cedere alle pressioni e ha trasmesso regolarmente la puntata, presentando documenti e testimonianze che aggravano la posizione di Ghiglia. La trasmissione ha così confermato il suo ruolo di inchiesta indipendente, alimentando il dibattito sulla libertà di stampa e sulla trasparenza delle istituzioni.
Le opposizioni e le associazioni per la libertà di stampa hanno condannato quanto accaduto, parlando di “pressioni politiche indegne” e chiedendo le dimissioni di Ghiglia. Articolo 21 e Fnsi hanno denunciato una “deriva pericolosa per la democrazia” e hanno invocato una riforma delle autorità di garanzia per sottrarle al controllo politico.
Dal canto suo, Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, ha rilanciato con fermezza: “Non ci faremo intimidire, la verità non si multa”. La vicenda si configura come un grave episodio di tensione tra poteri dello Stato e media, che solleva interrogativi sulla tutela dell’indipendenza delle autorità di garanzia e sulla trasparenza delle decisioni politiche che le coinvolgono.
Il caso resta aperto, con l’attenzione puntata sulle evoluzioni future e sulla possibilità di riforme che possano garantire maggiore autonomia e imparzialità delle istituzioni di controllo.