Caso Genovese, indagine per prelievi “sospetti”

 

Non si arrestano i guai per Alberto Genovese, l’imprenditore digitale arrestato con l’accusa di aver drogato e stuprato una diciottenne lo scorso ottobre.

Come riporta Fanpage, gli investigatori hanno aperto una nuova indagine, riguardante ingenti somme di denaro che Genovese era solito prelevare. Ad affiancare le pm Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro, che indagano sui reati a sfondo sessuale dell’uomo, è ora arrivato un pm esperto in reati finanziari e societari.

Stiamo parlando di prelievi di decine di migliaia di euro, anche 50.000 in una volta sola, che l’imprenditore partenopeo trasferiva dai suoi conti e che agli occhi degli inquirenti risultano anomali per un privato cittadino. Dato l’ammontare del patrimonio dell’uomo accusato di stupro, ora gli inquirenti si chiedono se quei soldi servissero per acquistare i fiumi di droga che non mancavano mai ai suoi party alla “Terrazza Sentimento”, o per altri fini. I pm stanno infatti indagando su un altro movimento considerato sospetto.

Nel frattempo le indagini sui reati di stupro e sequestro di persona nei confronti del 43enne napoletano continuano e oltre alla diciottenne, si stanno facendo avanti altre ragazze che affermano di aver subìto violenze dall’uomo. Dopo la ragazza di 23 anni, che sarebbe stata stuprata da Genovese a Villa Lolita ad Ibiza, altre due ragazze hanno sporto denuncia contro l’uomo, per essere state abusate a Milano e a Mykonos.