Caso Chiara Poggi: nuove analisi forensi potrebbero riscrivere la verità sull’omicidio di Garlasco
A quasi vent’anni dalla tragica morte di Chiara Poggi, avvenuta il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di Garlasco, si apre un nuovo capitolo nell’indagine che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso. La Procura di Pavia ha infatti richiesto un approfondimento scientifico su alcuni aspetti ancora irrisolti, affidando le nuove analisi a un collegio di esperti che utilizzerà le più avanzate tecnologie di genetica forense. L’obiettivo è fare luce su dettagli chiave, in particolare sulle tracce genetiche trovate sotto le unghie di Chiara, che potrebbero cambiare le sorti di uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi decenni.
Il ruolo della scienza forense nel nuovo corso delle indagini
L’intervento scientifico rappresenta un punto di svolta nel procedimento giudiziario. La Procura di Pavia ha chiesto di analizzare cinque aspetti cruciali, tra cui il DNA prelevato durante il secondo processo dal perito Francesco De Stefano. Questi reperti, considerati fino a ora troppo degradati per ottenere risultati affidabili, potrebbero ora essere esaminati con strumenti più sofisticati, grazie ai progressi della genetica forense. I risultati di queste analisi saranno presentati pubblicamente il 24 ottobre 2025, in un’udienza che potrebbe segnare una svolta decisiva.
Il DNA sotto le unghie: un dettaglio che potrebbe cambiare le carte in tavola
Tra gli aspetti più attesi c’è l’analisi delle tracce genetiche trovate sotto le unghie di Chiara. Questo dettaglio, apparentemente marginale, ha alimentato il dibattito per anni: il DNA, prelevato durante il secondo processo, era stato giudicato troppo degradato per trarne conclusioni definitive. Tuttavia, il genetista Carlo Previderè, consulente della Procura, sostiene che quel profilo genetico potrebbe essere compatibile con quello di Andrea Sempio, amico intimo di Chiara all’epoca dei fatti. Sempio, già attenzionato dagli investigatori, non è mai stato formalmente accusato, ma la possibilità che il suo DNA possa essere ora identificato con certezza apre scenari nuovi e potenzialmente rivoluzionari.
Le parti coinvolte e il principio del contraddittorio
Un elemento importante di questa fase è la partecipazione di tutte le parti coinvolte nel rispetto del principio del contraddittorio. Oltre alla Procura, saranno presenti i consulenti della difesa di Andrea Sempio, quelli della famiglia Poggi e quelli di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara e condannato in via definitiva per l’omicidio. La possibilità che nuovi elementi scientifici possano mettere in discussione l’esito giudiziario di Stasi alimenta aspettative e tensioni, considerando anche le polemiche che hanno accompagnato il caso nel corso degli anni.
Le intercettazioni del 2007 tornano alla ribalta
Accanto alle analisi genetiche, tornano sotto i riflettori alcune intercettazioni risalenti al 2007. In particolare, una telefonata tra Stefania Cappa, sorella gemella di Chiara e amica, e suo padre, ha suscitato scalpore. La conversazione, recentemente trasmessa dalla trasmissione televisiva Quarta Repubblica, mostra una reazione di rabbia e shock di Stefania alla notizia della scarcerazione di qualcuno, presumibilmente Alberto Stasi. La ragazza si mostra sconvolta, e il dialogo alimenta vecchi sospetti e dubbi sulla vicenda, anche se né Stefania né sua sorella sono mai state indagate formalmente.
Il contesto relazionale e le prospettive future
Le gemelle Cappa, pur non essendo mai state coinvolte ufficialmente, sono figure rilevanti nel contesto sociale e relazionale che ha circondato Chiara. La loro vicinanza alla vittima e agli altri protagonisti della vicenda contribuisce a mantenere alta l’attenzione pubblica. Tuttavia, oggi il focus principale si sposta sulla prova scientifica: il DNA rappresenta l’unico elemento in grado di offrire una verità oggettiva e definitiva.