Campi Flegrei, aperta una nuova faglia: il suolo si solleva il doppio

La caldera vulcanica dei Campi Flegrei torna sotto i riflettori della comunità scientifica internazionale, grazie a uno studio innovativo pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment del gruppo editoriale Nature. Frutto di una collaborazione tra l’Università degli Studi Roma Tre e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), la ricerca rivela importanti modificazioni nella dinamica sismica e nel comportamento del suolo, che potrebbero avere implicazioni cruciali per la gestione del rischio vulcanico.

Una faglia vulcanotettonica in formazione

Il cuore della scoperta è la documentazione di una transizione nel comportamento della sismicità all’interno della caldera a partire dal 2023. Fino a poco tempo fa, i terremoti erano distribuiti in modo diffuso su tutta l’area vulcanica, ma ora si concentrano lungo un piano specifico, segnalando la nascita di una nuova faglia vulcanotettonica. Questa faglia rappresenta un elemento chiave per comprendere i meccanismi che stanno portando a un aumento dell’attività sismica, offrendo nuovi indizi sulla capacità deformativa della crosta terrestre in questa zona ad alta pericolosità.

Il professor Guido Giordano, coordinatore della ricerca, sottolinea come questa evoluzione possa influenzare la prevedibilità dei terremoti e la loro potenziale intensità futura. La formazione di questa faglia potrebbe infatti rappresentare un passo importante nel processo di deformazione della crosta, con conseguenze dirette sulla stabilità della caldera.

Sollevamento del suolo e allarme crescente

Parallelamente alla mutazione sismica, si registra un’accelerazione del bradisismo, il fenomeno di sollevamento del suolo che caratterizza i Campi Flegrei da oltre vent’anni. Dal 2005, il suolo ha mostrato segnali di disequilibrio, con un aumento del sollevamento e un incremento dei gas emessi dalle fumarole. Dal 2023, questa tendenza si è intensificata, con un’accelerazione che ha portato il suolo a sollevarsi fino a due centimetri al mese — il doppio rispetto ai mesi precedenti, quando si attestava intorno a un centimetro.

Questo rapido sollevamento si accompagna a un aumento della frequenza e dell’intensità dei terremoti, molti dei quali hanno raggiunto magnitudo 4, causando preoccupazione tra la popolazione locale. Tra il 20 e il 26 ottobre sono state registrate 178 scosse, con la più forte di magnitudo 2.8, un livello che, seppur non distruttivo, alimenta il timore di un’escalation dell’attività sismica.

Ricerca e monitoraggio: strumenti chiave per la prevenzione

Gli scienziati sottolineano come la scoperta della nuova faglia e l’analisi delle anomalie nella relazione tra sismicità e sollevamento del suolo siano fondamentali per migliorare i sistemi di monitoraggio e prevedere eventuali eventi più violenti. La dottoressa Francesca Bianco dell’INGV evidenzia come l’utilizzo di dati di alta qualità e metodologie innovative abbia permesso di ottenere una comprensione più approfondita dei processi in atto, anche di piccola scala.

Secondo il professor Giordano, questa nuova conoscenza permette di affinare le previsioni sulla magnitudo massima dei futuri terremoti, contribuendo a predisporre piani di emergenza più efficaci e tempestivi.

Prepararsi al peggio: esercitazioni e piani di evacuazione

Per testare l’efficacia delle misure di sicurezza, il 5 e 6 novembre si terrà un’esercitazione nazionale sul rischio vulcanico, organizzata dal Dipartimento della Protezione Civile, dalla Regione Campania e dall’INGV. L’evento simulerà l’evacuazione assistita di cittadini da alcune zone di Napoli, tra cui la zona portuale, e il sistema di registrazione degli sfollati, con l’obiettivo di migliorare la prontezza delle risposte in caso di emergenza.

Un futuro incerto, ma sotto controllo

Le nuove scoperte sui Campi Flegrei rappresentano un passo importante nella comprensione dei processi che potrebbero portare a un’eruzione. La comunità scientifica si impegna a continuare il monitoraggio e la ricerca, affinché la popolazione possa essere avvisata tempestivamente e le misure di sicurezza possano essere rafforzate. La sfida resta alta, ma l’attenzione e la preparazione sono più che mai fondamentali per affrontare un futuro ancora incerto.