“Buonanno vergogna italiana” Le sardine rincarano la dose

Non c’è pace per Gianluca Buonanno. A tre anni dal tragico incidente che ha ucciso l’ex eurodeputato della Lega, sono le sardine a accanirsi sul ricordo del vulcanico esponente del Carroccio.

Doveva essere il movimento del rispetto, quello che si oppone “ad uno dei partiti maggiormente responsabili della politica d’odio e aggressiva” diffusa ne Belpaese (la Lega). Quelli che – manifesto dixit – amano “la non violenza fisica e verbale”, ma che si scordano di applicare i propri principi quando si parla di un avversario non più in grado di difendersi.

A dicembre, in piazza San Giovanni a Roma, il capo sardina Mattia Santori ha declamato il debole programma delle sardine, abili nel riempire le piazze e un po’ meno nel produrre proposte concrete. Il penultimo punto era chiaro: le sardine pretendono che “la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma” e che “la violenza verbale venga equiparata alla violenza fisica”. Tenete bene a mente questo punto progammatico dei pesciolini e proviamo a ragionare su quanto sta accadendo in queste ore.

La notte di Capodanno una variopinta sardina, Giulia Bodo, ha augurato “Buonanno” ai leghisti in rete, condividendo uno scatto dell’ex sindaco di Borgosesia. Con la scusa degli festeggiamenti per il 2020, ha tirato in mezzo un politico scomparso in un evento tragico a soli 50 anni. La ragazza è un’attivista gay, sorella di Federico Bodo (coordinatore di +Europa Vercelli). Compare come “prima responsabile” del gruppo AfricArcigay che riunisce migranti Lgbt. Alla manifestazione delle sardine di Vercelli è pure salita sul palco. Ed è entusiasta delle “piazze piene contro l’odio”. Ecco: l’odio. Anche Facebook considera quel post su Buonanno un contenuto che esprime “crudeltà e insensibilità”, ma lei non ha fatto passi indietro. Anzi. Di fronte alle critiche della Lega locale e della sorella di Buonanno, la presidente dell’Arcigay Rainbow Vercelli-Valsesia, ha replicato colpo su colpo: “Dal mio punto di vista – ha scritto – chi è merda da vivo, da morto rimane tale. Si chiama coerenza”. Dopo l’articolo del Giornale.it, Matteo Salvini si è scagliato contro la sardina dai capelli blu, invitandola a vergognarsi: “Non riscrivo nemmeno le parole – il duro post – provo solo schifo”. Anche Roberto Calderoli è pronto ad andare fino in fondo, portando Giulia Bodo in tribunale. Lei ovviamente s’appunta la medaglia al bavero, denuncia lo “shotstorm” scatenato dai supporter del Capitano e si paragona a Boldrini, Rackete, Greta Thunberg e Cecile Kyenge, tutte presunte “vittime” del profilo Fb del leader del Carroccio.

Direte: è solo un pesciolino nero. Un caso isolato. Non esattamente. L’uscita della Bodo e la replica di Salvini hanno provocato un certo dibattito in rete. Andrea Basso, esponente della segreteria provinciale Pd a Biella e candidato dem al Consiglio comunale, ha espresso la sua solidarietà alla sardina arcobaleno, “additata” dall’ex ministro “come nemica per il furore della sua claque”. Nei commenti, è scattato un botta e risposta con Giacomo Moscarola, vicesindaco biellese del Carroccio. Nel confronto s’è inserita anche Debora Del Muro, promotrice e volto della manifestazione milanese delle sardine. Agente immobiliare, 41 anni e un figlio, la Del Muro è stata tra gli ideatori della campagna “È tutta colpa di Pisapia”. Ex tesserata Pd, apprezza Zingaretti, ha appoggiato la candidatura di Pierfrancesco Majorino alle Europee. Su Facebook riguardo Buonanno scrive: “Un morto che da vivo ha fatto e detto tante cose gravi, schifose e imperdonabili. Non è che se muori, poi diventi santo”.

Qualche sardina dovrebbe forse andare a rivedersi i principi declamati dal movimento, soprattutto sulla “politica dell’odio e dell’aggressività”. Santori&co non vanno nei programmi di Rete4 perché “creati ad hoc per fornire ai propri telespettatori un dibattito sterile, parziale e demagogico”. Poi però non si scandalizzano se una delle loro autorevoli esponenti ritiene “il karma infallibile” nel caso di Buonanno. “Era una vergogna italiana – dice Del Muro – Un parlamentare, un uomo, un padre! Che festeggiava per i morti in mare e voleva annegare i gommoni”. Ecco per la sardina milanese “esiste il karma” e “presenta il conto”. Magari uccidendoti a 50 anni in un incidente stradale. Sia chiaro: la critica è legittima. Ma tirare fuori il karma quando c’è di mezzo un defunto, ci pare un colpo basso. Scorretto. I pesciolini nostrani volevano escludere la pochezza dai toni della politica “in ogni sua forma”. Tranne, forse, che in quella delle sardine.