Bufera sul professore che ha scritto il post contro la figlia di Giorgia Meloni: “Temo il licenziamento”, attacco fuori casa

 

Stefano Addeo insegnante di tedesco in un liceo della provincia di Napoli, è diventato il protagonista involontario di uno degli episodi più gravi di odio politico degli ultimi anni. Al centro della tempesta, un post pubblicato sul proprio profilo social in cui – secondo l’accusa – avrebbe augurato la morte alla figlia di 8 anni della premier Giorgia Meloni, scatenando una valanga di indignazione bipartisan e mettendo a rischio la sua intera carriera scolastica.

Il post shock e la fuga dai social
Tutto è iniziato con una frase apparsa sul profilo del docente: «Auguro alla figlia della Meloni la stessa sorte della ragazza di Afragola». Un riferimento terribile, che ha scatenato l’immediata reazione pubblica. Nel giro di poche ore il post è stato rimosso e il profilo social oscurato. Ma ormai era troppo tardi: screenshot e condivisioni avevano già moltiplicato l’eco del messaggio in tutto il Paese.

La sua giustificazione, secondo cui il contenuto non sarebbe stato farina del suo sacco, ha lasciato perplessi molti esperti del settore, considerando che i software AI più diffusi sono dotati di sistemi di moderazione che rendono improbabile la creazione di messaggi così violenti e personalizzati.

Una difesa che non convince
Addeo ha dichiarato di essere «amato dagli studenti», di dedicarsi al volontariato con gli animali e nei reparti pediatrici oncologici, e di non aver mai avuto problemi comportamentali a scuola. Tuttavia, il contesto in cui si è sviluppata questa vicenda rende difficile qualsiasi difesa pubblica. «Sono giorni duri», ha raccontato. «Ho ricevuto solo messaggi di solidarietà dai miei alunni. Ma mi mancano due anni alla pensione e sono sinceramente preoccupato. Non voglio che la mia carriera finisca così».

La posizione del Ministerotolleranza zero
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha espresso una posizione ferma e decisa: «Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che tradiscono il ruolo educativo e il rispetto che ogni docente dovrebbe incarnare. Il ministero agirà attraverso gli organi competenti per sanzionare chi non è degno di rappresentare la scuola italiana».

Secondo fonti interne, l’avvio del procedimento disciplinare è già stato avviato e il dirigente scolastico potrebbe proporre sanzioni che vanno dalla sospensione fino al licenziamento. La tempistica sembra essere rapida, anche in considerazione dell’impatto mediatico e delle pressioni provenienti da ambienti politici trasversali.

Minacce e tensioni fuori casa
La vicenda ha generato anche un clima di paura e tensione nella vita privata del professore. «Ho ricevuto decine di messaggi minatori, anche di morte. Qualcuno ha attaccato panna e pomodori al mio cancello. Pensavo fosse una ragazzata. Ma poi, uscendo con il cane, sono stato rincorso da alcune persone che mi urlavano cose che non voglio nemmeno ripetere».

Il futuro incerto
«Mi mancano due anni alla pensione, vorrei solo poterci arrivare serenamente», ha dichiarato Addeo. Tuttavia, il caso ha ormai superato la dimensione personale, diventando un simbolo – nel bene e nel male – della fragilità del confine tra l’identità privata e il ruolo pubblico di chi insegna.

Il Ministero dell’Istruzione sembra deciso a intervenire senza esitazioni, sottolineando come la responsabilità e il rispetto siano valori fondamentali per la tutela della dignità della professione docente e della scuola italiana nel suo complesso.

This website uses cookies. By continuing to use this site, you accept our use of cookies.  Per saperne di più