Bossetti a Belve, “Il giorno dell’omicidio di Yara?”: una pausa, poi le parole shock

BOLLATE – Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo in via definitiva nel 2018 per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, ha deciso di rompere il silenzio durante l’ultima puntata di Belve Crime, intervistato da Francesca Fagnani. Dal carcere di Bollate, Bossetti ha dichiarato di “sopravvivere all’ingiustizia che sono costretto a vivere”, affermando ancora una volta di essere innocente.

Il caso Gambirasio, che ha sconvolto l’Italia nel 2010, ha attirato un’attenzione mediatica senza precedenti. Yara scomparve il 26 novembre di quell’anno mentre si recava in palestra a Brembate di Sopra, e il suo corpo fu ritrovato tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola. La vicenda ha suscitato numerosi dubbi e polemiche, soprattutto riguardo alle prove che hanno portato alla condanna di Bossetti.

Durante l’intervista, Fagnani ha ricordato come Bossetti abbia affermato di non ricordare esattamente cosa facesse il giorno della scomparsa di Yara. “Ricordo che fu un giorno normale, ho fatto le solite cose. Quel giorno pioveva o nevicava, le condizioni climatiche mi impedirono di svolgere l’attività in cantiere e quindi è probabile che svolsi delle commissioni, andai dal commercialista, dal parrucchiere. Anche mia moglie non ricorda a che ora sono tornato a casa”, ha spiegato Bossetti, sottolineando di non avere un alibi preciso ma di aver comunque cercato di ricostruire i suoi movimenti.

Il punto centrale della condanna riguarda il profilo genetico di “Ignoto 1” trovato sugli indumenti di Yara, compatibile con quello di Bossetti. “Vorrei capirlo anche io. Io Yara non l’ho mai vista”, ha dichiarato, sottolineando l’assurdità di un rapporto tra lui e la ragazza. “Che tipo di relazione poteva avere un quarantenne con una tredicenne? Non è il mio caso”. Bossetti ha anche rivelato di aver scoperto che non era figlio biologico del padre che lo aveva cresciuto, un dolore che ha portato con sé fino alla morte: “Me la sono presa con mia madre. In 44 anni non mi ha mai detto nulla. È morta portandosi tutto nella tomba”.

Il rapporto con la moglie, Marita, è stato segnato dalla scoperta dei tradimenti e dalla crisi successiva all’arresto. “Dopo l’arresto ho tentato il suicidio. Ma oggi ci sentiamo sempre, è convinta della mia innocenza”, ha confidato Bossetti.

Alla fine dell’intervista, Bossetti ha espresso il desiderio di rivivere il giorno del suo matrimonio, rivelando che cambierebbe solo quello dell’arresto, definendolo “tremendo”. Rivolgendosi a Dio, ha detto: “Prego ogni giorno. Non ho nulla da farmi perdonare. Chiedo solo aiuto. Io e Yara, entrambi, non abbiamo avuto giustizia”.

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