Bombardamenti sulla città: case ed edifici in fiamme, cosa sta succedendo

La capitale iraniana è stata teatro di un violento attacco militare durante la notte, con esplosioni che hanno squarciato il cielo e incendi che hanno avvolto case, edifici pubblici e installazioni strategiche. Le autorità iraniane hanno descritto l’evento come una “guerra totale”, mentre immagini trasmesse dalla televisione di Stato mostrano fumo denso, allarmi incessanti e scene di caos nelle strade. Tra le vittime ci sono anche bambini, colpiti mentre dormivano nelle zone residenziali, secondo quanto riferito dal governo di Teheran.

L’attacco, rivendicato dall’aeronautica israeliana, ha colpito sei città strategiche, tra cui Natanz, centro nevralgico del programma di arricchimento dell’uranio, e basi militari nelle vicinanze di Teheran, Tabriz, Esfahan, Arak e Kermanshah. L’obiettivo dichiarato di Israele è stato quello di disarmare e distruggere il cuore del programma nucleare iraniano, con l’obiettivo di impedire ulteriori sviluppi militari.

Reazioni e dichiarazioni ufficiali

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato con determinazione: “Abbiamo appena portato a termine un colpo d’apertura molto riuscito e, con l’aiuto di Dio, otterremo moltissimi risultati. Andremo avanti per giorni”. In risposta, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha emesso un decreto di emergenza in tutto il paese, prevedendo attacchi missilistici e con droni contro obiettivi civili e militari iraniani. I cittadini israeliani sono stati invitati a rifugiarsi e a seguire le direttive delle autorità.

Tra le vittime degli attacchi figurano anche figure di spicco del regime iraniano: sono stati confermati i decessi del capo di Stato maggiore delle Forze Armate, Mohammad Bagheri, e del comandante dei Pasdaran, Hossein Salami. L’ayatollah Ali Khamenei, leader supremo dell’Iran, è apparso brevemente in un video per rassicurare la popolazione: “Sono vivo e seguo gli sviluppi”. Tuttavia, il consigliere per la sicurezza, Ali Shamkhani, è in condizioni critiche dopo essere stato ferito durante l’attacco.

Il governo iraniano ha convocato un vertice di emergenza con i leader militari e ha accusato sia Israele che gli Stati Uniti di complicità, promettendo vendetta: “La vendetta sarà inevitabile”, si legge in un duro comunicato del Ministero degli Esteri.

Posizione internazionale e tensioni crescenti

La Casa Bianca ha dichiarato di non essere coinvolta nell’attacco, con il presidente Donald Trump che ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Il segretario di Stato, Marco Rubio, ha affermato che “Israele ha agito in modo unilaterale” e che gli Stati Uniti, pur non partecipando direttamente, sono pronti a difendere il proprio personale nella regione.

Nonostante le dichiarazioni ufficiali, Teheran sostiene che gli USA siano complici degli attacchi, alimentando un clima di forte tensione internazionale. In Israele, l’allerta è massima: lo spazio aereo è stato chiuso, i voli da e per Tel Aviv sospesi e sono stati adottati provvedimenti di lockdown nelle città della Cisgiordania.

Un’operazione senza precedenti

L’operazione militare israeliana, denominata “Nazione di leoni”, rappresenta un punto di svolta nelle recenti tensioni tra i due paesi. Gerusalemme ha dichiarato che questa azione preventiva non sarà limitata a un singolo giorno, annunciando una campagna di risposta prolungata. Le sirene d’allarme continuano a risuonare nelle città colpite, mentre il mondo osserva con preoccupazione gli sviluppi di questa escalation senza precedenti.