BIMBO PICCHIATO E RIDOTTO IN FIN DI VITA: COSA HA DETTO AL PAPÀ

Ci sono storie dell’orrore di cui si fa enorme fatica a parlare perché riguardano i bambini; quelli che tanto avremmo voluto proteggere al di sopra di ogni cosa. Eppure, la strage non si ferma.

Nelle mura domestiche, sono proprio le persone di cui i piccoli si fidano ciecamente, a compiere su di essi le peggiori sevizie e questo non lo dico certamente io, ma i dati diramati dalla cronaca nazionale ed estera.

Solo pochi giorni fa, ha scosso l’Italia intera la vicenda del piccolo Ryan, un bimbo di soli 6 anni ridotto in condizioni gravissime a Ventimiglia, in provincia di Imperia.

Una storia agghiacciante, attorno alla quale gli inquirenti sono incessantemente al lavoro al fine di ricostruire l’intera dinamica dei fatti e che, sin dall’inizio, ha subito fatto emergere una realtà inquietante.

Sono passati diversi giorni e in tanti si chiedono come stia Ryan. E’ stato lo stesso bimbo, ridotto in fin di vita, a fare delle clamorose rivelazioni al padre. Vediamo cosa ha detto.

I fatti risalgono al 19 dicembre 2022. I due genitori decidono di affidare il loro piccolo Ryan alla nonna paterna e al suo compagno, come avevano già fatto in passato, sino a quando, a orario di pranzo, il corpo del bimbo è stato ritrovato nel cortile di via Gallardi, alle spalle dell’abitazione della nonna paterna, con numerosi traumi.

Le sue condizioni sono apparse sin da subito davvero critiche e quando il padre del piccolo ha chiesto, nella disperazione, chiarimenti, la donna assieme al compagno, hanno parlato di un presunto investimento da parte di un’auto pirata. La versione non ha, sin da subito, convinto gli inquirenti che si sono attivati per ricostruire l’accaduto sino al primo colpo di scena: il compagno, un 66enne in pensione, incalzato da un interrogatorio, ha confessato di aver picchiato Ryan prima con dei calci, poi con un bastone di una tenda.

Versione davvero raggelante che è stata ritrattata in un’intervista dinnanzi alle telecamere di Rai1. In un secondo momento, ha negato ogni accusa a suo carico (ricordo che lui e la nonna paterna sono indagati in concorso per lesioni gravissime), dicendo che vuole bene ai bambini e che non li ha mai toccati. In attesa che le indagini facciano il loro corso, il piccolo, che si trova ricoverato al Gaslini di Genova e che, grazie ai medici, sta facendo dei miglioramenti, ora sta ricordando cosa è accaduto quel maledetto 19 dicembre.

Un bimbo provato da cosa gli è stato fatto, psicologicamente e fisicamente, che è tormentato notte e giorno da incubi e che è stato messo in una stanza privata, per volontà dei medici che lo stanno seguendo, in quanto ha dei flashback di quello che è stato costretto a subire. Dalla stampa nazionale si apprende che il padre di Ryan è stato sentito dai carabinieri che gli hanno chiesto informazioni, con la speranza che possano essere utili a ricostruire l’accaduto.

L’uomo ha riferito agli agenti che il figlio ha chiesto della nonna, in particolare per sapere se fosse ancora viva. La madre e il fratellino minore Nathan sono andati a trovare Ryan in ospedale, mentre il papà si è trasferito provvisoriamente a Genova per assisterlo in ospedale. La speranza è che presto si faccia chiarezza attorno a questa storia dell’orrore che ha lasciato senza parole gli italiani. Il compagno della nonna è indagato a piede libero in quanto, per la Procura di Imperia, non sussiste pericolo di fuga.