“Bella Ciao a scuola? Anche no”. E i leghisti propongono “Ragazzi di Buda”

 

Tutto è partito da una proposta di legge del deputato Dem Gian Mario Fragomeli per “il riconoscimento ufficiale della canzone Bella Ciao e il suo insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado quale canto di rango istituzionale, da eseguirsi dopo l’inno nazionale in occasione dei festeggiamenti per la festa del 25 aprile, nella sua connotazione di espressione popolare dei più alti valori alla base della nascita della Repubblica Italiana”.

A far discutere, oltre al contenuto, era stata anche la tempistica della proposta, arrivata il 30 aprile scorso, in piena emergenza Covid. Per un gruppo di parlamentari di sinistra, tra cui Piero Fassino, Michele Anzaldi, di Italia Viva, Stefania Pezzopane e Patrizia Prestipino, la priorità all’epoca era quella di dare risalto al canto partigiano che, si legge in una nota stampa di Fragomeli, è diventato una canzone simbolo “della lotta all’oppressione e del valore della democrazia” per “diversi movimenti popolari in tutto il mondo”. Da qui la conclusione che Bella Ciao “non sia espressione di una singola parte politica ma che, al contrario, tutte le forze politiche democratiche possono ugualmente riconoscersi negli ideali universali cui si ispira la canzone”.

Un’affermazione che non ha trovato tutti d’accordo. Le ferite del nostro recente passato, evidentemente, sono ancora aperte, visto che la proposta, tornata in auge nelle scorse settimane, ha scatenato un putiferio. E così due senatori leghisti, Claudio Barbaro e William De Vecchis, ieri hanno rilanciato con una mozione analoga: “Riconoscere la canzone Avanti ragazzi di Buda quale espressione popolare dei valori fondanti della propria nascita e del proprio sviluppo in quanto inno della rivolta contro gli invasori per la riconquista della libertà” ed eseguirla “dopo l’inno nazionale in occasione delle cerimonie ufficiali del 10 Febbraio, Giornata del Ricordo in cui si rinnova la memoria delle tragedie del comunismo in Europa”.

L’inno della rivolta ungherese contro i sovietici del 1956 parla di “riconquista della libertà”, spiega uno dei due firmatari della proposta di legge, Claudio Barbaro. “Questo – aggiunge intervistato dall’Adnkronos – è l’universalismo che merita un riconoscimento trasversale, non certo quello di Bella Ciao, testo ben connotato politicamente”. “Oggi questo inno viene eseguito, sia in magiaro che in italiano, in tutte le scuole ungheresi – va avanti il senatore del Carroccio – è giusto che attraverso queste note anche i nostri studenti possano conoscere questa storia di eroismo e libertà”.

Ovviamente anche questa seconda proposta non ha lasciato indifferenti. L’Anpi Roma, sempre parlando con l’Adnkronos, ha definito le frasi dei leghisti “teoremi e parole senza senso che si commentano da sole”, mentre dalla sede di Frosinone della stessa associazione accusano i due senatori della Lega di ignorare la storia italiana: “Sono solo provocazioni, a loro dà fastidio anche il 25 aprile, perché lo ritengono politicizzato”. “Quelli della Lega possono dire quello che vogliono – aggiunge Giovanni Morsilli, responsabile dell’Anpi Frosinone – siamo in un Paese libero e non certo grazie a loro”.

“Bella ciao a scuola? Ma anche no. Cantare ‘Avanti i ragazzi di Buda’ contro l’egemonia culturale? Meglio”, ribatte De Vecchis su Twitter. “Sempre e comunque – aggiunge – contro il pensiero unico e contro tutte le dittature”.

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