AVS, che disastro: brutte notizie per Fratoianni e Bonelli, cos’è successo
Una sconfitta amara e senza attenuanti quella subita da Alleanza Verdi-Sinistra (AVS) nelle recenti elezioni regionali in Calabria. La lista ambientalista e progressista si ferma al 3,85%, mancando di poco l’ingresso nel Consiglio regionale e lasciando la sinistra rosso-verde ai margini del panorama istituzionale calabrese. Un risultato che fotografa la distanza tra gli slogan nazionali e le esigenze concrete dei territori, evidenziando le difficoltà di un progetto politico troppo distante dalla realtà locale.
Il dato, commentato dal politologo Lorenzo Pregliasco su X, è eloquente: AVS ha ottenuto appena 252 voti sopra la soglia di sbarramento, eleggendo zero consiglieri, mentre Noi Moderati si ferma al 4,03% e porta a casa due seggi. La sconfitta di AVS si traduce in una lista rimasta a un passo dall’ingresso in Consiglio, incapace di mobilitare consenso sul campo. La campagna, troppo centrata su un messaggio ambientalista e sociale di natura nazionale e urbana, non è riuscita a radicarsi nei territori calabresi, dove le piazze si sono svuotate e i collegi rurali sono rimasti impermeabili.
Una strategia poco efficace, che ha sottolineato la distanza tra il progetto politico e le priorità dei cittadini: lavoro, sanità e infrastrutture sono le questioni che più premono, mentre il discorso si è spesso concentrato su citazioni accademiche e manifesti ambientalisti. La presenza di figure come la filosofa Donatella Di Cesare, con meno di 500 preferenze personali, ha evidenziato l’estraneità tra l’intellettualismo della sinistra di vertice e la realtà quotidiana degli elettori.
A pesare ulteriormente sul risultato è stata l’assenza di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace simbolo dell’accoglienza e della lotta per i diritti civili, dichiarato incandidabile dai tribunali. La sua mancanza ha privato AVS di un volto riconoscibile e di un riferimento capace di mobilitare il voto militante, lasciando anche Riace con pochi voti e il mito dell’accoglienza in calo.
Sul fronte opposto, il centrodestra di Roberto Occhiuto ha consolidato la propria leadership con oltre il 57% dei voti, riconfermando il governatore e rafforzando l’asse con i moderati. La compattezza del blocco di governo ha permesso a Noi Moderati di eleggere due consiglieri, grazie ai appena 252 voti che hanno escluso la sinistra rosso-verde dalla rappresentanza istituzionale.
Il campo largo di centrosinistra, invece, si è mostrato fragile e frammentato: nessun messaggio unitario, poche proposte incisive, e una presenza politica che ha parlato più a sé stessa che agli elettori. La debolezza della sinistra calabrese emerge chiaramente, lasciando spazio a una vittoria netta del centrodestra e a una sinistra divisa e incapace di offrire una proposta convincente per il futuro della regione.