
Il caso di Martina Carbonaro ha profondamente scosso l’opinione pubblica italiana. La ragazza, di soli 14 anni, ha perso la vita il 26 maggio 2025 ad Afragola, vicino Napoli, dal suo ex fidanzato, Alessio Tucci, di 19 anni. Secondo quanto emerso dalle indagini, i due avevano avuto una relazione iniziata quando Martina aveva solo 12 anni, ma la ragazza aveva recentemente deciso di interromperla.
Tucci, incapace di accettare la fine del rapporto, ha attirato Martina in un luogo appartato, dove l’ha colpita ripetutamente alla testa con una pietra, causandole una lenta agonia. Successivamente, ha nascosto il corpo in un armadio all’interno di un edificio abbandonato, coprendolo con detriti.
Ciò che ha ulteriormente sconvolto la comunità è stato il comportamento di Tucci dopo il delitto. Il giovane ha partecipato attivamente alle ricerche della ragazza, affiancando i genitori di Martina e fingendo preoccupazione per la sua scomparsa. Solo dopo essere stato messo di fronte alle prove raccolte dagli investigatori, tra cui le immagini delle telecamere di sorveglianza che lo ritraevano insieme a Martina poco prima del delitto, Tucci ha confessato il delitto.

L’autopsia ha rivelato che Martina è deceduta dopo lunghi minuti di agonia, contrariamente a quanto sostenuto inizialmente da Tucci, che aveva dichiarato di averla coperta con i detriti solo dopo essersi accertato che non fosse più in vita. Il giudice per le indagini preliminari ha descritto Tucci come una persona con una “personalità allarmante”, incapace di controllare i propri impulsi.
Alla luce di queste considerazioni ha disposto la custodia cautelare nel penitenziario per il pericolo concreto di reiterazione di reati della stessa specie. Intanto, proprio dal penitenziario ci giunge notizia di un inaspettato gesto di Tucci. Cosa ha fatto?

Alessio Tucci, il 18enne accusato del delitto di Martina Carbonaro, la sua ex fidanzata di 14 anni, sta vivendo giorni di profonda angoscia nel penitenziario di Poggioreale. Come riferito dal suo avvocato, Mario Mangazzo, al termine dell’udienza di convalida del fermo, il giovane fatica a gestire la quotidianità e non trova pace.
«È sotto controllo in un’area protetta, ma la situazione è molto difficile per lui», ha spiegato il legale. Mangazzo ha espresso preoccupazione per la sicurezza del suo assistito, sottolineando come l’ambiente del penitenziario non sia ideale. “Dopo alcuni problemi iniziali, è stato spostato in un altro reparto, ma resta necessario un trasferimento in una struttura più sicura”, ha aggiunto, chiedendo al gip di valutare un cambio di istituto, anche per facilitare le visite dei familiari.
Tucci ha confessato di aver colpito Martina tre volte con una pietra, trovata sul posto durante il sopralluogo, per poi coprire il corpo con dei rifiuti. Secondo il difensore, non ci sarebbe stato accanimento. Il giovane ha raccontato che, dopo un rifiuto da parte di Martina, l’ha aggredita alle spalle in un momento di rabbia.

Durante l’interrogatorio, Tucci avrebbe manifestato rimorso, chiedendo scusa alla famiglia della vittima e ai suoi genitori. Un gesto inaspettato quello del colpevole, che difficilmente sarà accolto con comprensione dai genitori della povera Martina, che ora chiedono giustizia.
Intanto, i compagni di scuola di Martina hanno organizzato un flash mob in sua memoria. «Siamo stanche di vivere con la paura. Nel 2025 non è più accettabile». La comunità chiede giustizia, mentre la famiglia di Martina affronta un dispiacere che nessuna parola può alleviare.