Addio al contante in tre mosse: il piano di Conte per eliminarlo

Il governo ha ormai da tempo giurato guerra al contante. Non è di certo una novità che l’obiettivo dichiarato sia quello di intaccare i 109 miliardi di imposte evase, e perciò adesso i giallorossi sono pronti più che a mai a cambiare le nostre abitudini.

“Favorire una digitalizzazione dei pagamenti senza penalizzare nessuno può portare al cambiamento delle abitudini di vita dei consumatori”, sostiene Giuseppe Conte. Per dare vita alla strategia volta a recuperare l’economia sommersa, il premier ha già incontrato tutti i soggetti interessati, ovvero i gestori delle carte, i sistemi di pagamento, gli esponenti delle banche. E con loro si è confrontato sul cosiddetto Piano Cashless, il cui slogan può essere così riassunto: meno contante più pagamenti elettronici, pagare tutti ma pagare meno. Visto che tra le finalità vi è anche quella di disincentivare i pagamenti in nero. L’esecutivo, come riporta Il Sole 24 Ore, ha già in mente le tre mosse per convincere gli italiani a utilizzare i pagamenti tracciabili. Ecco nello specifico ciò che i giallorossi intendono fare.

Cashback di Stato

La misura dovrebbe partire il primo dicembre: il sistema in questione prevede il rimborso del 10% dell’importo della transazione per spese eseguite con carte di credito o debito, bancomat, bonifici bancari e anche piattaforme di pagamento installate su smartphone. Per il momento non sono stati previsti limiti alle categorie di acquisti. Al fine di spingere i piccoli pagamenti tracciati, evitando di erogare il rimborso a chi fa poche grandi transazioni, è stato studiato un quadro preciso: chi spenderà almeno 3mila euro l’anno pagando con metodi tracciabili avrà diritto a un massimo di 300 euro di rimborso complessivo (corrispondente al 10% della spesa prevista); per avere diritto al cashback del 10% potrebbero servire almeno 50 transazioni nel primo semestre – raggiungendo così la soglia di 1.500 euro di spesa – e le restanti 50 negli altri sei mesi per arrivare alla soglia annua di 3mila euro. Perciò Conte ha spiegato che “contano anche i caffè” pagati al bar con moneta elettronica.

Tutto ciò però non significa solo ed esclusivamente card. Ecco perché figura anche Satispay, oltre ai principali operatori dei servizi bancari, al tavolo tecnico di Palazzo Chigi: il cofounder Alberto Dalmasso sta già studiando come integrare nell’applicazione i nuovi rimborsi di Stato. La piattaforma indipendente di mobile payment ha transazioni medie da 15 a 20 euro e non prevede commissioni sotto i 10 euro. “Il piano nazionale si adatta bene alla nostra applicazione, e contribuirà sicuramente ad aumentare la frequenza dei pagamenti cashless”, ha fatto sapere il Ceo.

Super cashback

Con la scusa dell’emergenza Coronavirus il governo vorrebbe cambiare le abitudini di utilizzo dei soldi, tentando di affossare il contante. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel primo semestre del 2020 i pagamenti digitali hanno dovuto fare i conti con un calo (-6,3%) molto più contenuto rispetto a quello dei consumi (stimato del -10,4% e -29,7% nei primi due trimestri). Mentre si registra un costante aumento delle operazioni con smartphone in negozio (+80% sul primo semestre 2019) e con carta contactless (+ 17%). Dal primo dicembre prenderà il via pure il super cashback, un premio di 3mila euro riservato ai 100mila cittadini che effettueranno il maggior numero di transazioni elettroniche nel corso di un anno.

Va precisato che comunque non servirà necessariamente effettuare grandi spese: a vincere non sarà la cifra finale, ma il numero delle transazioni fatte alla fine dell’anno. Pertanto si consigliano tante spese piccole e di poco prezzo piuttosto che fare spese di grandi importi. In sostanza, un cappuccino preso al bar conterà come un televisore o uno smartphone. “Dal primo dicembre passeremo a incentivi con il cashback perché ci sia un mutamento di abitudini degli italiani e così contrastiamo anche il sommerso, creando le premesse per pagare meno tasse”, aveva annunciato il premier.

Lotteria degli scontrini

Partirà infine dal primo gennaio la lotteria degli scontrini fiscali, cioè la terza forma di incentivazione anti-contante. Per partecipare bisognerà essere maggiorenni, essere residenti in Italia, avere uno scontrino di qualsiasi acquisto a partire da un euro di spesa e avere il “codice lotteria” da richiedere tramite il Portale lotteria dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli inserendo il proprio codice fiscale. Le estrazioni dovrebbero essere di due tipi: ordinarie (7 premi da 5mila euro ciascuno ogni settimana; 3 premi da 30mila euro a testa ogni mese; un premio da un milione di euro ogni anno) e zero contanti (per coloro che hanno pagato con bancomat e carte che potranno “giocare” due volte).

A quest’ultima tipologia potranno partecipare sia i consumatori sia i negozianti: sono previsti 30 premi per le estrazioni settimanali (15 di 25mila euro ciascuno per i consumatori; 15 di 5mila euro ciascuno per gli esercenti), 20 premi per le estrazioni mensili (10 di 100mila euro ciascuno ai consumatori; 10 di 20mila euro ciascuno agli esercenti) e 2 premi per l’estrazione annuale (uno da 5 milioni di euro per il consumatore; uno da un milione di euro per l’esercente). I premi non saranno tassati e dovrebbero essere pagati mediante bonifico o assegno circolare non trasferibile. Pare che non abbiano diritto a partecipare gli scontrini di acquisto on-line, rilasciati da professionisti, i cui corrispettivi sono già inviati al sistema Tessera Sanitaria (farmacia, ottico ecc) e che già godono delle detrazioni fiscali.