ACQUISTA 3 KG DI BANANE E 2 ANANAS, LA SIGNORA ACCUSA IL CONTO DA 350 EURO. LA REPLICA 

Sono in tanti coloro che non hanno la fortuna di avere un orticello in cui coltivare frutta e verdura e, ovviamente, in questi casi è prassi recarsi al supermercato o in piazza.

Si cercano prodotti convenienti ma, nello stesso tempo, non scadenti, specie di questi tempi in cui i prezzi sono lievitati esponenzialmente a seguito della crisi socio-economica.

Prima la pandemia, poi la guerra, hanno impoverito i conti e le tasche degli italiani, che corrono ai ripari cercando di risparmiare il più possibile.

Frutta e verdura: ecco le più salutari

La cronaca, però, ci mette in luce cosa può accadere anche quando si acquista della semplice frutta al mercato.

E’ un atto che facciamo quasi quotidianamente, incuranti dei pericoli. Scopriamo insieme cosa è avvenuto ad una povera signora, protagonista di una brutta disavventura

C’è un fatto di cronaca che, in men che non si dica, ha fatto il giro delle principali testate, correndo veloce lungo la rete. La reazione degli utenti è stata di sconcerto, mista a incredulità e profonda rabbia per quanto accaduto ad una signora, recatasi al mercato per acquistare della semplice frutta, come era solita fare ogni settimana.

La protagonista della vicenda ha scelto con cura 3 chili di banane e due di ananas, ha fatto un giro per altre bancarelle ma poi è ritornata sulla prima, quella in cui aveva selezionato la frutta, a suo dire, migliore. A quel punto è accaduto l’impensabile, in quanto il fruttivendolo le ha presentato un conto da pagare impressionante.

Parliamo di 350 euro, come se la signora avesse acquistato dell’oro. Se non avessimo la certezza che si tratta di verità, penseremmo che è una barzelletta inventata per strappare un sorriso ai lettori. Eppure tutto questo è realmente accaduto in un mercato di Torino e la signora in questione per poco non si è presa un infarto nel leggere lo scontrino con su scritto 350 euro. Credeva che si trattasse di un errore di battitura, ha chiesto spiegazioni ma, dopo essersi accertata che non si era trattata di una svista, ha immediatamente allertato chi di competenza.

Senza esitare, ha contattato i carabinieri della locale stazione e gli agenti della Guardia di finanza che si sono presentati sul posto per ricostruire l’accaduto e provvedere alle dovute sanzioni. I due venditori secondo la signora si sono giustificati, dicendole “la nostra frutta è di altissima qualità”. I negozianti, interpellati dagli uomini in divisa, hanno negato tassativamente l’accaduto. Se il detto “Dare a Cesare quel che è di Cesare” è giusto e sempre attuale, forse, dico forse, questi due fruttivendoli hanno un tantino esagerato?

Giusto un tantino o tantissimo? Che il lavoro debba essere equamente retribuito  ci trova perfettamente d’accordo ma che, in questo caso, si sia trattato d corruzione bella e buona pare evidente, senza bisogno di indagini, credo! Ovviamente continueremo a seguire il caso, riportato sui principali siti di cronaca, fornendovi i dovuti aggiornamenti. Ok la crisi ma qui la situazione è completamente sfuggita di mano, non credete?