Accoltella un collega e scappa, aveva già ucciso una donna: è caccia aperta

Una tranquilla mattina di primavera è stata brutalmente interrotta da un episodio di violenza inaudita all’interno di un hotel. All’alba, attorno alle 6:00, una lite tra due dipendenti è degenerata in un’aggressione a colpi di coltello, lasciando la comunità sotto shock e sollevando interrogativi sulla sicurezza e la gestione dei permessi lavorativi per i detenuti.

La vittima, un barman di circa 50 anni, è stata brutalmente aggredita da un collega, identificato come un uomo di 35 anni. L’aggressore, che lavorava come receptionist all’interno della struttura, si trovava fuori dal carcere grazie a un permesso lavorativo. L’incubo è iniziato quando, per motivi ancora in fase di accertamento, la lite tra i due è improvvisamente degenerata. L’aggressore ha estratto un coltello e sferrato diversi fendenti al collo e al torace del collega, lasciandolo a terra in una pozza di sangue.

L’intervento tempestivo dei sanitari ha permesso di soccorrere la vittima e trasportarla d’urgenza all’ospedale più vicino, dove è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Le sue condizioni restano critiche, con prognosi riservata.

Un passato violento e una fuga inaspettata.

L’episodio assume contorni ancora più inquietanti se si considera il passato dell’aggressore. L’uomo, condannato per un grave crimine commesso nel 2016, aveva scontato parte della sua pena in un istituto penitenziario prima di ottenere l’accesso al lavoro esterno. L’aggressore, inoltre, aveva violato l’obbligo di rientro in carcere la sera precedente, rendendosi irreperibile. In passato, era stato arrestato all’estero dopo un periodo di latitanza, un dettaglio che getta un’ombra ancora più sinistra sulla sua figura.

Caccia all’uomo e indagini in corso.

Le forze dell’ordine hanno immediatamente avviato una massiccia caccia all’uomo, con l’obiettivo di rintracciare il fuggitivo che potrebbe essersi allontanato sfruttando i mezzi pubblici. Sul luogo del crimine, sono state ritrovate l’arma dell’aggressione, un coltello la cui lama si sarebbe spezzata durante l’attacco, e altri elementi utili alle indagini.

Gli inquirenti stanno analizzando i filmati di sorveglianza e raccogliendo testimonianze per ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione e individuare i motivi che hanno scatenato tale violenza. La vicenda ha sollevato un acceso dibattito sulla gestione dei permessi per i detenuti impiegati in lavori esterni, con molti che si chiedono se i controlli e le valutazioni siano adeguati a prevenire simili tragedie.

This website uses cookies. By continuing to use this site, you accept our use of cookies.  Per saperne di più