Abolire i dl Salvini non basta: “Tempi maturi per lo ius soli”

Durante un’intervista concessa a “Lavialibera”, il titolare del Viminale Luciana Lamorgese ammette che oramai “i tempi sono maturi” per poter portare al centro dell’attenzione nazionale la questione della riforma della cittadinanza.

Il ministro dell’Interno, che ha di fatto spalancato i porti alle navi Ong col loro carico proveniente dal Mediterraneo dopo aver abbattuto i decreti sicurezza, definisce il tema addirittura come “strategico” per l’Italia. Poi arriva la puntualizzazione, dato che, almeno secondo quanto riferito da Lamorgese alla rivista, la norma allo studio della maggioranza giallorossa “deve maturare in Parlamento e necessita di un’ampia maggioranza”. “La gestione dei flussi migratori è diventata molto più difficile”, aggiunge il ministro, come riportato da AdnKronos.

Per quanto riguarda lo smantellamento dei decreti sicurezza emanati dalla allora maggioranza gialloverde di governo, un lavoro definito lungo e complesso, Lamorgese non ha dubbi sul successo e la bontà dell’operazione. “Abbiamo chiarito i casi in cui può essere concessa la protezione umanitaria, ampliato la convertibilità dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro, reintrodotto la possibilità di avviare i richiedenti asilo a lavori di utilità sociale, ristabilito il diritto di iscrizione all’anagrafe per tutti i richiedenti protezione internazionale nonché accorciato i tempi per le risposte alle richieste di cittadinanza per naturalizzazione e matrimonio, passati da quattro a tre”.

Insomma, un vero e proprio successo, almeno secondo l’opinione del ministro, che si dedica successivamente alla questione relativa a quello che viene definito come nuovo patto europeo sulla migrazione e l’asilo, un accordo atteso con trepidazione da mesi, rivela il titolare del Viminale. “Non è ancora quel netto superamento del sistema di Dublino da noi auspicato e che continueremo a chiedere. Ma ci sembra di cogliere elementi di discontinuità rispetto alle proposte degli scorsi anni”.

Per quanto riguarda la criminalità organizzata, invece, Lamorgese è certa che potrebbero essere presi di mira anche i fondi Covid: “Gli occhi delle mafie sono puntati sugli ingenti finanziamenti messi in campo dal governo e presto anche dall’Unione europea. Con l’obiettivo di accaparrarsi una fetta consistente degli aiuti pubblici, la criminalità organizzata sta cercando di mettere le mani sulle imprese e su intere filiere”, denuncia Lamorgese. “Lo dimostra il fatto che stiamo assistendo a una crescita del numero delle interdittive antimafia che bloccano l’attività della imprese sospettate di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Da agosto 2019 a luglio 2020, ne sono state adottate 1.865 contro le 1.491 dello stesso periodo degli anni precedenti. Siamo passati da 4 a più di 5 interdittive adottate ogni giorno dai prefetti”, conclude.