A 3 anni deve tornare dai genitori che lo abbandonarono. La disperazione della famiglia adottiva, ora il bambino si trova al Nord

 

Novità sulla vicenda di “Miele”, nome di fantasia per il bambino di 3 anni in provincia di Ragusa, per il quale il Tribunale ha stabilito il ritorno alla famiglia naturale. La stessa che tre anni fa lo abbandonò in un sacchetto di plastica. Miele trovò una famiglia adottiva entro sedici giorni di vita e con questa ha vissuto finora. Ora, allontanato dalla famiglia adottiva, si trova in una struttura specializzata nel Nord Italia.

La madre naturale ha impugnato la disposizione dell’affidamento perché non sarebbe stato rispettato il diritto di ravvedimento. La madre ebbe il figlio da una relazione extraconiugale. Il padre, che con la donna aveva già avuto un altro figlio fuori dal matrimonio, è andato al pronto soccorso fingendosi un passante che aveva notato il neonato nel sacchetto, con il cordone ombelicale ancora attaccato al corpo. Era il 4 novembre 2020. Le successive indagini hanno chiarito la verità.

È un incubo”, ha fatto sapere la famiglia adottiva. Che intanto ha avviato una partecipatissima petizione su Change.org. E ha tempo fino al 28 dicembre per evitare che diventi effettiva la sentenza del tribunale. Che intanto ha valutato come opportuno il trasferimento del picco al Nord. Qui viene seguito da un équipe specializzata di operatori sociali. Il dibattito è sull’effettivo ed esclusivo interesse del bambino, sul quale si solleva un ragionevole dubbio.