Minacce alla figlia di Meloni, il direttore scolastico rompe il silenzio

Un episodio inquietante ha scosso il mondo della politica e dell’istruzione in Italia, dopo che sui social network è stato pubblicato un commento offensivo e minaccioso rivolto alla figlia della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La vicenda ha suscitato immediato sdegno e ha riacceso il dibattito sull’uso dei social da parte di figure pubbliche, in particolare nel settore dell’educazione.

Il commento, apparso su un profilo social di un professore di Marigliano, in provincia di Napoli, ha attirato l’attenzione delle autorità e delle istituzioni scolastiche. Dopo aver scritto parole gravemente offensive, il docente, identificato come Stefano Addeo, ha successivamente chiesto scusa pubblicamente, ma le sue parole hanno già lasciato il segno, generando reazioni di condanna e preoccupazione.

Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Campania, Ettore Acerra, ha definito l’episodio «sconcertante» e ha sottolineato come si tratti di un comportamento inaccettabile. Pur mantenendo il riserbo dovuto al suo ruolo, Acerra ha assicurato che seguirà personalmente l’evolversi della situazione e, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, valuterà le eventuali azioni disciplinari da intraprendere.

«Chi lavora nel mondo della scuola dovrebbe essere il primo a dare l’esempio», ha commentato Acerra, evidenziando come l’uso distorto dei social possa portare a conseguenze drammatiche, specialmente quando si tratta di contenuti rivolti a minorenni. «Un comportamento del genere non può restare impunito», ha aggiunto.

Il caso ha portato alla luce anche le responsabilità di chi, nel ruolo di educatore o figura pubblica, ha il dovere di mantenere un comportamento etico e rispettoso. Il docente coinvolto, Stefano Addeo, è ora sotto indagine del Ministero dell’Istruzione, che ha già avviato le procedure disciplinari del caso. Nonostante le scuse pubbliche, le autorità hanno chiarito che le misure necessarie saranno adottate per garantire che episodi simili non si ripetano.

La presidente del Consiglio ha ricevuto numerosi messaggi di solidarietà, tra cui quello dell’olimpionica Manuela Di Centa, che durante le celebrazioni del 2 giugno ha abbracciato pubblicamente Meloni, rivolgendo un pensiero affettuoso alla piccola Ginevra: «Un abbraccio grande per la tua bimba».

Il caso solleva una riflessione più ampia sul ruolo degli educatori e delle figure pubbliche nel mondo digitale. Secondo Acerra, «chi insegna e chi rappresenta l’istituzione scolastica non può permettersi leggerezze sui social», sottolineando come l’uso delle parole debba essere sempre responsabile, soprattutto quando si tratta di minori e di figure istituzionali.

 

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