“L’Italia no!”. Giorgia Meloni esclusa dal vertice: cos’è successo
Nuovo Capitolo nella Diplomazia tra Russia e Ucraina in Vista del Vertice di Istanbul
Mentre si avvicina il tanto atteso vertice di Istanbul previsto per il 2 giugno, le tensioni tra Russia e Ucraina si riaccendono, aprendo un nuovo capitolo nel tentativo di avvicinare le posizioni e trovare una soluzione diplomatica al conflitto in corso. Mosca attende un riscontro da Kiev sulla propria proposta di negoziato, ma al momento si mantiene riservata, senza divulgare il proprio memorandum in anticipo. Secondo fonti ucraine, questa cautela russa nasconderebbe richieste irrealistiche e condizioni giudicate “impossibili” da parte di Kiev, che ha criticato duramente l’atteggiamento di Mosca, sostenendo che “la paura dei russi suggerisce che il documento sia pieno di ultimatum irrealistici”.
Erdogan svolge il ruolo di mediatore
Nel frattempo, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha confermato di aver mantenuto contatti con entrambe le parti, cercando di facilitare un dialogo che si presenta sempre più complesso a causa di condizioni e pregiudizi reciproci. Ankara, da tempo impegnata come mediatore, si trova a dover mantenere un delicato equilibrio diplomatico, tentando di favorire un percorso di pace senza apparire troppo schierata.
Le richieste di Mosca: Nato e sanzioni al centro
Le principali richieste avanzate dalla Russia riguardano il blocco dell’espansione della NATO verso est e la revoca delle sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale. Queste rivendicazioni, radicate in una lunga storia di rivendicazioni russe, complicano ulteriormente le possibilità di un accordo rapido. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito che “la pace vera arriverà solo dopo Putin”, sottolineando come la presenza dell’attuale leadership del Cremlino rappresenti un ostacolo insormontabile per qualsiasi soluzione immediata.
Condizioni e aspettative di Mosca
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che Vladimir Putin è disposto a negoziare “al massimo livello”, ma solo se i colloqui di Istanbul porteranno a risultati concreti. Questa condizione pone un freno alla partecipazione diretta del presidente russo, che ha chiarito di voler partecipare solo in presenza di garanzie di progresso tangibile, evidenziando così la volontà di Mosca di non impegnarsi senza obiettivi chiari e raggiungibili.
L’assenza ufficiale degli Stati Uniti
A differenza del primo ciclo negoziale, gli Stati Uniti non invieranno una delegazione ufficiale ai colloqui di Istanbul, secondo quanto riportato da The Atlantic. Tuttavia, alcuni funzionari americani, tra cui l’inviato speciale Keith Kellogg, saranno presenti in qualità di osservatori, insieme ai rappresentanti per la sicurezza nazionale di Francia, Germania e Regno Unito. La partecipazione di questi ultimi, definiti “E3”, si inserisce in un quadro di coinvolgimento limitato, mentre l’Italia resta esclusa, alimentando il senso di marginalizzazione del nostro Paese nelle principali decisioni di politica estera europea.
Pressioni e prospettive future
L’ex presidente Donald Trump ha espresso ottimismo circa le possibilità di progresso nei nuovi colloqui, pur sottolineando la possibilità di adottare nuove sanzioni contro la Russia, qualora i negoziati non portassero ai risultati sperati. Tuttavia, le preoccupazioni principali riguardano l’impatto economico di tali misure, in particolare sul mercato del gas naturale, fondamentale per l’economia europea.
Un futuro incerto
Il secondo ciclo di negoziati tra Mosca e Kiev si presenta quindi come un percorso irto di ostacoli, tra condizioni russe intransigenti, diffidenza ucraina, assenza formale degli Stati Uniti e l’esclusione dell’Italia. Il vertice di Istanbul, carico di aspettative ma anche di significative limitazioni, rappresenta un banco di prova per la diplomazia internazionale, ancora priva di una visione condivisa per una risoluzione duratura del conflitto. Resta da vedere se questa occasione potrà segnare un passo avanti verso la pace o se si rivelerà un altro tentativo fallito di dialogo.