Trovata morta in un hotel, Francesca Marcantognini era una famosa chef-pizzaiola
Aprilia, Roma – Un fulmine a ciel sereno ha colpito il mondo della ristorazione romana e laziale. Francesca Marcantognini, giovane e talentuosa pizzaiola di Aprilia, è stata trovata senza vita in un hotel a Roma. Aveva solo 26 anni, ma in pochi anni era riuscita a costruirsi una reputazione solida e originale, un vero e proprio culto del gusto che ha lasciato un segno indelebile. Le cause del decesso sono ancora oggetto di indagine da parte dei carabinieri, ma la notizia della sua scomparsa ha gettato nello sconforto la comunità e i numerosi estimatori del suo lavoro.
Francesca era conosciuta e amata per la sua passione e dedizione, ma soprattutto per la sua interpretazione unica della pizza romana. Dopo aver mosso i primi passi a Milano, nel cuore di Porta Venezia, aveva scelto di tornare nella sua città natale, Aprilia, per dare vita a “Tema – Roma in una pizza”. Un locale che in breve tempo si è trasformato in un punto di riferimento gastronomico, un laboratorio in fermento dove la tradizione incontrava l’innovazione.
La sua pizza era un’ode alla romanità, rivisitata con un’anima contemporanea. Impasti con biga, farine da filiera certificata, lievito madre e una ricerca maniacale su ogni singolo ingrediente erano la base del suo successo. I topping, rigorosamente territoriali, raccontavano la storia dell’Agro Pontino: dal fiordilatte della Gargiulo alle alici di Anzio, dai carciofi di Sezze al pane a lievitazione naturale cotto in forno a pietra. Ogni pizza era un’architettura di sapori, un’opera d’arte.
Considerata da molti la prima donna pizzaiola a specializzarsi nel modello romano classico al mattarello, Francesca aveva una visione gastronomica complessa, che fondeva alta cucina e cultura popolare. Autodidatta e appassionata, non smetteva mai di sperimentare, frequentando corsi di specializzazione e confrontandosi con i grandi maestri del settore.
“Tema” non era solo una pizzeria, ma un’idea di mondo, un progetto imprenditoriale femminile e giovanile che aveva iniziato a fare scuola. Un modello di impresa che valorizzava il territorio e la formazione, tanto che Francesca era anche docente di panificazione alla Food Genius Academy.
La notizia della sua morte ha scosso profondamente Aprilia e l’intero mondo della ristorazione. Colleghi, clienti, amici e amiche la ricordano come una forza della natura, un vulcano di idee e di energia, capace di reinventare la pizza e di lasciare un’impronta indelebile. “Era una che studiava, osservava, prendeva in prestito, ma poi andava per la sua strada”, ha scritto una collega pizzaiola. E quella strada, seppur breve, è stata luminosa e piena di promesse.
Ora, nel locale sempre pieno, tra le sue pizze dai nomi evocativi e le mani che impastavano ogni notte, resta un vuoto incolmabile. E una domanda che ancora risuona, troppo dolorosa per essere pronunciata.