Putin fa tremare l’Europa: truppe ai confini con la Finlandia

L’alba grigia che avvolge le lande finlandesi non è solo il preludio di un nuovo giorno, ma l’annuncio di un’inquietudine crescente che serpeggia nel cuore dell’Europa. Lungo il confine con la Russia, una nuova cortina di ferro si sta materializzando, fatta non di simboli del passato, ma di moderni strumenti di guerra e di una rinnovata ambizione del Cremlino.

Il paesaggio finlandese, un tempo simbolo di pace e neutralità, è ora punteggiato da rotoli di filo spinato, installati sui fossi e lungo le colline nevose. Un’immagine impensabile fino a poco tempo fa, che segna una rottura con il passato e un’accelerazione verso una nuova era di tensione. I satelliti hanno rivelato l’esistenza di un gigantesco campo d’addestramento russo nella regione di Karel’ia, a pochi chilometri dal confine, con piste di atterraggio, hangar per elicotteri e postazioni militari.

L’allarme è stato lanciato dal Carnegie Endowment, attraverso le parole di Michael Kofman sul New York Times: la Russia sta espandendo le sue forze a un ritmo mai visto dal 2022, con l’obiettivo dichiarato di confrontarsi con la NATO. Mentre a Istanbul si discuteva di pace, a ridosso del confine finlandese, i soldati russi montavano postazioni di artiglieria e hangar per caccia MiG e Su-27, riattivando cinque vecchie basi sovietiche.

Questo scenario inquietante non è un incidente isolato. Il Cremlino, guidato da una volontà ferrea, sta trasformando il proprio esercito in un’armata pronta a dominare l’Europa Orientale. Il terremoto che ora scuote il continente non è di natura geologica, ma geopolitica.

L’emblema di questa rifondazione è il generale Andrey Mordvichev, 49 anni, l’uomo che secondo Kiev ha orchestrato la devastazione di Mariupol e che ha guidato la conquista di Avdiivka. Considerato invincibile, Mordvichev è stato nominato a capo del rinnovamento dell’esercito russo, con il compito di preparare le truppe a un conflitto su larga scala. La sua risposta alla domanda sulla possibilità di uno scontro con la NATO, rilasciata a un canale statale, è stata eloquente: “Saranno molto più deboli degli ucraini; la nostra scuola sovietica vale più di qualsiasi altra”.

Il messaggio è chiaro: la Russia si prepara alla guerra. La nuova cortina di ferro è fatta di caccia radarati, elicotteri pronti al lancio e uomini temprati da mesi di conflitto. L’Europa guarda a est con apprensione, consapevole che il sisma che la scuote non è sotto i piedi, ma nei cieli e nelle pianure. Mentre la diplomazia fatica a trovare una via d’uscita, la Russia getta le basi per un futuro bellico in cui le antiche rotte tra Helsinki e Varsavia potrebbero essere costellate di tornado e dardi d’acciaio.

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