Garlasco, gli sviluppi: la procura “punta sulle bugie di Andrea Sempio”

Pavia – A distanza di quasi diciotto anni dal delitto che sconvolse Garlasco, il caso di Chiara Poggi potrebbe vivere una nuova, drammatica svolta. Martedì prossimo, negli uffici della Procura di Pavia, è in programma un confronto cruciale che potrebbe riaccendere i riflettori su uno dei casi giudiziari più controversi degli ultimi due decenni. A sedere di fronte ai pubblici ministeri, e potenzialmente l’uno di fronte all’altro per la prima volta, saranno Andrea Sempio e Alberto Stasi.

Sempio, indagato per concorso in omicidio, e Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi, condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto e ora in regime di semilibertà, sono al centro di una nuova strategia investigativa che mira a fare definitivamente luce su un caso che sembrava ormai archiviato. L’interrogatorio incrociato, voluto dai pubblici ministeri Stefano Civardi, Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, potrebbe rivelarsi decisivo per ricostruire la rete di relazioni attorno alla giovane vittima e, soprattutto, per identificare l’enigmatico “Ignoto 2”, figura mai identificata e al centro di speculazioni per anni.

Le indagini, guidate dal Procuratore Fabio Napoleone, si concentrano ora su Andrea Sempio, su cui gli inquirenti sembrano intenzionati a stringere il cerchio. Se la linea difensiva di Stasi, in procinto di concludere la sua pena, dovrebbe essere improntata alla collaborazione, l’incognita maggiore riguarda proprio Sempio. L’indagato potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, attendendo la chiusura delle indagini per conoscere l’intero impianto accusatorio. I suoi avvocati, Angela Taccia e Massimo Lovati, mantengono il riserbo sulla strategia difensiva.

Le bugie di Sempio e il Dna sotto le unghie: gli elementi chiave dell’inchiesta

La Procura di Pavia punta con decisione sulle presunte bugie di Sempio, ritenendo che ci siano ancora molti nodi da sciogliere. L’indagato sarà chiamato a confrontarsi con una crescente mole di elementi raccolti nelle ultime settimane. Tra questi, le recenti perquisizioni domiciliari, la ricerca dell’arma del delitto nel canale di Tromello e il sequestro, poi revocato, del cellulare.

Il focus principale, però, sembra essere sul Dna. Secondo la perizia del genetista Carlo Previderé, ora consulente della Procura, sotto le unghie di Chiara Poggi sarebbe stato rinvenuto materiale genetico riconducibile a Sempio. Un elemento già ritenuto inutilizzabile nei precedenti processi, sia contro Stasi che nel fascicolo archiviato su Sempio. I magistrati, però, vogliono vederci chiaro e proveranno a mettere sotto pressione l’indagato, interrogandolo sugli orari del 13 agosto 2007, sul suo alibi basato su uno scontrino del parcheggio di Vigevano presentato con notevole ritardo, e sulle tre chiamate verso casa Poggi nei giorni precedenti il delitto. Si potrebbe persino fare riferimento al malore avuto dalla madre di Sempio quando le fu fatto il nome di un ex vigile del fuoco, ancora oggi oggetto di attenzione investigativa.

Pressioni e dettagli: tra il tema scolastico e l’arma nel canale

La pressione su Sempio è evidente. In soli due mesi, è stato convocato quattro volte in caserma, spesso con i cronisti presenti all’esterno. Dettagli secondari, ma simbolici, alimentano l’interesse sul caso: il tema scolastico sull’omicidio di Chiara Poggi scritto da Sempio nel 2013, consegnato spontaneamente, e la possibile arma del delitto rinvenuta nel canale di Tromello, che richiederà settimane di analisi per capire se sia compatibile con le ferite della vittima.

Il calendario dell’inchiesta prevede due date chiave: il 17 giugno inizieranno le operazioni tecniche sui reperti, mentre il 24 ottobre è fissata l’udienza per l’incidente probatorio. Fino ad allora, l’inchiesta potrebbe vivere altri momenti ad alta tensione. E martedì potrebbe rappresentare il primo, decisivo passo verso una possibile riapertura totale del caso Garlasco, un caso che, a distanza di diciotto anni, continua a scuotere l’opinione pubblica.

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