Caso Garlasco, sarà prelevato il dna delle gemelle. Gli avvocati: “Si può riscrivere la storia”
Pavia – A distanza di quasi 17 anni dal tragico omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco torna a infiammare i tribunali. Un nuovo incidente probatorio, avviato nell’ambito della riapertura delle indagini, punta a fare luce sui misteri irrisolti del delitto, con l’acquisizione di nuovi profili genetici e l’analisi di impronte mai attribuite.
Il cuore della nuova indagine ruota attorno al DNA. La gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha ordinato l’acquisizione del DNA di diversi soggetti chiave: le gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara Poggi, Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi, e gli amici di Andrea Sempio, unico indagato nella nuova inchiesta. L’obiettivo è comparare questi profili con il materiale biologico repertato all’epoca, in particolare il secondo profilo maschile rinvenuto sotto le unghie della vittima, un elemento cruciale mai identificato.
L’incarico di analizzare il materiale è stato affidato ai nuovi periti, Denise Albani, genetista della Polizia Scientifica ed ex allieva di Emiliano Giardina, e Domenico Marchigiani, specialista in dattiloscopia. I due esperti avranno 90 giorni per depositare la loro relazione. Il precedente incidente probatorio, affidato a Giardina, era stato sospeso a causa di una richiesta di ricusazione della Procura.
L’udienza di venerdì scorso, seguita con grande attenzione dai media, ha visto la presenza di avvocati, consulenti e magistrati. Le telecamere e i fotografi hanno affollato i corridoi del tribunale, testimoniando l’interesse suscitato da questo nuovo capitolo giudiziario.
Un altro compito cruciale affidato ai periti sarà l’analisi di circa 60 impronte rilevate a suo tempo dai RIS di Parma, alcune delle quali mai attribuite. Le impronte, raccolte tramite fascette para-adesive, saranno riesaminate con la speranza di estrarre nuovi profili genetici.
Il confronto tra i periti sarà acceso. La difesa di Andrea Sempio, rappresentata dagli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, si affida alla consulenza dell’ex generale dei RIS Luciano Garofano. Alberto Stasi, già condannato in via definitiva, è difeso dagli avvocati Antonio De Rensis e Giada Bocellari, che hanno confermato il genetista Ugo Ricci. La Procura è rappresentata da Carlo Previderè, autore della consulenza del 2024 che ha dato l’impulso alle nuove indagini. La famiglia Poggi, rappresentata dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni, si affida al genetista Marzio Capra e all’ex poliziotto della Scientifica Dario Redaelli.
Un punto chiave dell’indagine è la validità e l’attualità delle tracce genetiche conservate. Il materiale prelevato dalle unghie di Chiara Poggi risale a quasi 17 anni fa, ma potrebbe ancora contenere informazioni decisive. Se il profilo maschile compatibile con Andrea Sempio dovesse risultare attendibile, si aprirebbe un nuovo scenario sulla ricostruzione del delitto.
L’avvocato di Alberto Stasi ha espresso un sentimento di speranza e paura, sottolineando il timore del suo assistito di veder infranta l’illusione dell’innocenza. Nel frattempo, è stata scartata l’ipotesi di acquisire nuovamente i profili genetici dei familiari di Chiara Poggi, già disponibili agli atti. Tuttavia, l’acquisizione del DNA delle gemelle Cappa, finite al centro dell’attenzione dopo le dichiarazioni di un testimone, rappresenta un altro nodo cruciale.
L’auspicio della Procura è che il lavoro dei nuovi periti possa fare chiarezza su una delle pagine più controverse della cronaca giudiziaria italiana. La nuova fase d’indagine non mira a riscrivere il passato, ma a rispondere a domande rimaste irrisolte, offrendo eventualmente nuove prospettive di giustizia e verità.