“Meloni non conta nulla”. Polemica choc in studio, la reazione di Giovanni Floris
Roma – La puntata di DiMartedì, il programma condotto da Giovanni Floris su La7, ha offerto uno spettacolo televisivo di rara intensità, con un confronto senza esclusione di colpi tra due figure polarizzanti del dibattito pubblico: Alessandro Di Battista, ex esponente di spicco del Movimento 5 Stelle, e Alan Friedman, giornalista e scrittore americano di fama internazionale. L’argomento centrale, come ormai da tempo, era la guerra in Ucraina, ma il dibattito si è rapidamente trasformato in un’accesa discussione sulla politica estera occidentale, con pesanti accuse rivolte alle istituzioni europee e, soprattutto, alla leadership del premier Giorgia Meloni.
L’atmosfera si è fatta incandescente fin dall’inizio, quando Di Battista ha preso la parola con toni perentori, dipingendo un quadro a tinte fosche del ruolo dell’Italia e dell’Europa nello scacchiere internazionale. “Meloni deve recitare il suo copione, ma nei fatti prende le distanze. Non conta nulla. Oggi i veri giocatori sono Putin, Xi Jinping e, forse, Trump,” ha dichiarato l’ex deputato, accusando l’Occidente di aver fallito nel prevenire il conflitto e di aver sottovalutato la forza della Russia. Di Battista ha poi espresso la convinzione che le sanzioni economiche non abbiano indebolito Mosca, ma anzi abbiano consolidato il suo potere.
Le affermazioni di Di Battista, che hanno messo in discussione la narrazione dominante nei media occidentali, hanno suscitato reazioni contrastanti sia in studio che tra i telespettatori. Molti hanno accusato l’ex pentastellato di indulgenza verso il Cremlino, mentre altri hanno condiviso le sue critiche alla politica estera occidentale.
Alan Friedman non ha perso tempo nel rispondere, liquidando le parole di Di Battista come “ideologia vuota”. Il giornalista americano ha ribadito con forza che la responsabilità della guerra è interamente di Vladimir Putin, sottolineando il suo rifiuto a trovare una soluzione negoziale. “Putin non cerca una soluzione negoziale, ma il dominio. E chi non lo capisce, o finge di non capirlo, si rende complice del suo disegno,” ha affermato Friedman, accusando implicitamente Di Battista di compiacenza verso il leader russo.
Il confronto ha raggiunto l’apice della tensione quando Di Battista, con un sarcasmo pungente, ha risposto alle argomentazioni di Friedman: “Per anni avete raccontato che Putin era sull’orlo del tracollo e invece eccoci qui, con tutto il potere nelle sue mani. Complimenti. E poi accusate gli altri di demagogia? Il fallimento è vostro.” L’affermazione, rivolta indirettamente ai media occidentali, ha suscitato sconcerto e imbarazzo, anche da parte del conduttore Giovanni Floris.
Il culmine dello scontro è stato raggiunto con l’affermazione di Di Battista “Meloni non conta nulla”, un attacco diretto alla premier che ha scatenato un’onda di reazioni sui social media e tra gli analisti politici.
Il dibattito, pur vivace e carico di tensione, non ha portato a una sintesi. Di Battista e Friedman sono rimasti fermi sulle proprie posizioni, riflettendo le profonde divisioni che attraversano il dibattito pubblico sulla guerra in Ucraina. Da un lato, c’è chi considera l’intervento russo un’aggressione inaccettabile, da contrastare con fermezza. Dall’altro, c’è chi vede nell’intera vicenda una serie di errori strategici dell’Occidente.
Giovanni Floris, pur cercando di moderare il confronto, si è trovato in una posizione delicata. La puntata, tuttavia, resterà impressa come una delle più esplosive della stagione, in cui le tensioni geopolitiche si sono trasformate in uno specchio delle fragilità politiche italiane ed europee.