“Abbiamo incastrato Alberto”. Garlasco, spunta il messaggio choc della cugina di Chiara
Pavia – A quasi 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, la giustizia sembra pronta a riaprire il caso più discusso della cronaca italiana. L’acquisizione di 280 messaggi di chat da parte della Procura di Pavia, insieme a nuove testimonianze e indagini, getta nuova luce sulla vicenda che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi, ma che solleva ora dubbi consistenti sulla reale dinamica dei fatti.
Il fulcro del nuovo interesse sono le chat, in particolare quella attribuita a Paola Cappa, cugina gemella di Stefania e parente della vittima, che recita: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. Questo messaggio, riportato dal settimanale Giallo, mette in discussione l’impianto accusatorio che nel 2015 ha portato alla condanna a 16 anni di carcere per Stasi, dopo due assoluzioni nei gradi precedenti.
Gli inquirenti, questa volta, sembrano intenzionati a seguire tutte le piste, anche quelle che in passato sono state trascurate. L’indagine si concentra ora “a 360 gradi”, come suggerito nel 2007 dal comandante dei carabinieri Franco Marchetto, con un focus particolare sull’ambito familiare. Le gemelle Cappa, ascoltate subito dopo l’omicidio, avevano dichiarato di essere rimaste a casa, con Stefania che affermava di essere andata in piscina. Tuttavia, nessun controllo fu effettuato sulla presenza di una bicicletta nera, elemento chiave nella ricostruzione, e non fu disposto alcun sequestro.
A complicare ulteriormente la situazione, un supertestimone anonimo avrebbe visto Stefania in un luogo in cui non avrebbe dovuto trovarsi. A questo si aggiunge la testimonianza, mai completamente approfondita, di Marco Muschitta, che aveva dichiarato di aver visto una ragazza in bicicletta e un Suv scuro nei pressi della villetta. Muschitta, pur ritrattando in seguito, ammise in un’intercettazione con il padre di essere stato pressato dai carabinieri.
Anche altre testimonianze sollevano dubbi. Il commerciante Vignati riferì di aver riconosciuto la madre delle gemelle passare davanti al suo negozio, mentre una misteriosa fotografia, un fotomontaggio che ritraeva le tre cugine vestite di rosso, ha alimentato dubbi sul reale rapporto tra Chiara e le gemelle, forse meno stretto di quanto inizialmente raccontato.
I social media finiscono ora sotto la lente d’ingrandimento. Nel 2013, Paola pubblicò una foto di piedi con calze a quadretti, con un’impronta a pallini simile a quella trovata sul pigiama di Chiara, accompagnata dall’ambiguo messaggio: “Buon compleanno sorellina”. Più di recente, Stefania ha pubblicato una storia su Instagram con un bambino, biciclette e la scritta “Fruttolo”, proprio come il dessert trovato in casa Poggi, ora sottoposto a nuove analisi.
Un’altra intercettazione familiare rivela il clima teso tra le famiglie: Paola, parlando con la nonna, si sfoga per la presenza temporanea dei genitori di Chiara in casa propria, definendoli insopportabili.
Infine, la testimonianza mai approfondita di Francesca, collega di Chiara, racconta di una festa in villa con piscina in cui Chiara avrebbe percepito tensioni familiari legate all’anoressia di Paola. Chi invitò Chiara? Cosa successe quella sera? Domande rimaste senza risposta, che ora tornano a bussare con forza.