Papa Francesco, ecco chi e cosa voleva dopo di lui

La scomparsa di Papa Francesco è stata un colpo al cuore per tutti, improvviso, inaspettato, spiazzante. Pensavamo fosse in ripresa, in quanto le dimissioni dL Gemelli, in cui era stato ricoverato per 38 giorni, e dove ha rischiato due volte di perdere la vita, a causa di forti crisi respiratorie,  ci facevano ben sperare che potesse farcela, che il peggio fosse ormai lasciato alle spalle.

Purtroppo così non è stato e il 21 aprile è arrivato il triste annuncio del suo decesso, a causa di un ictus, con arresto cardiocircolatorio. Il Conclave, riunitosi il 7 maggio, ieri sera ha decretato il successore di Bergoglio, il cardinale Robert Francis Prevost ,  divenuto pontefice  col nome di  Leone XIV, primo papa statunitense.

C’è chi ha supportato in toto questa elezione, chi non l’ha accolta benissimo e chi non riesce a distaccarsi da Papa Francesco, scavando intimamente nel suo pensiero, nelle sue volontà.

Sono in tanti, in questi giorni in cui l’attenzione della stampa internazionale si è concentrata sul comignolo della Sistina, in attesa della fumata bianca, che c’è stata alle 18:08 ieri sera, a chiedersi cosa Bergoglio ha per davvero desiderato.

Cosa voleva Papa Francesco dopo di lui? La sua volontà è contenuta in un libro davvero molto interessante,  “Non temete la morte”,  edito dalla Compagnia Editoriale Aliberti, che raccoglie i dialoghi tra Papa Francesco e il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci.  Non ci resta che scoprirne insieme il contenuto.

Un volume strepitoso, emozionante, unico, quello che si può acquistare in edicola, sottotitolato  “Le guerre nel mondo, la Chiesa del futuro, l’appello per il clima e la grandezza di Pelé” . Un libro straordinario, questo di cui vi parleremo che, tramite la voce di Papa Francesco, racconta non solo i grandi temi universali e della Chiesa, ma anche il Bergoglio privato.

Papa Francesco, intervistato dal direttore del Tg1 Chiocci, ha ripercorso tutta la sua vita, non solo quella religiosa, ma anche quella più intima, fatta della nostalgia del mare,  della passione per il calcio, con tanto di calciatore preferito.  A riprova di quanto il Papa vi sono i fedeli, sparsi per il globo, che rimarcano quanto sia riuscito ad attenuare le paure collettive, riscaldando le coscienze. I suoi appelli alla pace, hanno rappresentato una fervida opposizione ai  lutti, alla disumanità. Bergoglio è un  Papa che “ha parlato di tutto, con spiritualità profonda e simpatia contagiante.

Papa Francesco in queste pagine spiazza. A Messi  e Maradona aggiunge un terzo calciatore, il suo preferito, e non manca il racconto del suo  primo amore: “Era una ragazza molto buona. Lavorava nel cinema. Era buona. Poi l’ho ritrovata da arcivescovo di Buenos Aires una volta in una parrocchia, e lei era lì col marito e i figli”, dicendo delle donne: “Le donne capiscono cose che noi non capiamo. […] Hanno un fiuto speciale per la situazione. E ci vuole. Credo che vadano inserite nel lavoro normale della Chiesa”.

Non può mancare la Chiesa, fatta del  principio pietrino, che è quello della giurisdizione, e del principio mariano, che è quello più importante, in quanto la Chiesa è donna, la Chiesa è sposa. Non è maschio, la Chiesa è donna. Non manca, nel libro, un’attenzione incommensurabile ai conflitti bellici, che possono essere interrotti solo con la pace e col dialogo. Riguardo alla situazione israelo-palestinese, il Papa dice: “Sono due popoli che devono vivere insieme, con quella soluzione saggia: due Stati, ben delimitati, e Gerusalemme con uno status speciale”.

Ora che il Conclave ha eletto il successore al soglio pontificio, le parole di Papa Francesco su quello che sarebbe stato dopo di lui fanno venire la pelle d’oca. E non possiamo non riportarle per intero, queste: ”  Che Chiesa sarà “lo sa il Signore . Ma c’è sempre quella malinconia del passato: una cosa che accade nelle istituzioni, e anche nella Chiesa. Ci sono coloro che vogliono tornare indietro: gli indietristi, che non accettano che la Chiesa vada davanti, che sia in cammino”, ma la Chiesa è “sempre in cammino” e “deve crescere”: “dalle radici, come il succo dell’albero che cresce e sale, ma sempre legato alla radice. Una Chiesa che si stacca dalle radici va indietro, e perde questo succo della sana tradizione. Che non è conservatorismo: la tradizione cresce e deve andare avanti”

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