Guerra, chi verrebbe chiamato alle armi nel caso l’Italia entrasse in un conflitto

Le parole della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, hanno scosso l’Europa: “Se l’Europa vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra”. Un monito che, inevitabilmente, riaccende il dibattito sulla preparazione militare e sul ruolo di ogni singolo paese. In Italia, dove la leva obbligatoria è stata sospesa nel 2004, la domanda sorge spontanea: chi verrebbe chiamato alle armi in caso di conflitto?

Per rispondere a questa domanda cruciale, abbiamo interpellato l’avvocato cassazionista esperto di diritto militare, Massimiliano Masia, che ha fatto chiarezza sulla legislazione vigente e sulle possibili evoluzioni.

I primi a rispondere: i militari di professione e gli ex.

“In caso di guerra, i primi a essere mobilitati sarebbero i militari in ferma permanente delle forze armate, ovvero Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza,” spiega l’avvocato Masia. “Seguirebbero gli ex militari che hanno lasciato le forze armate da meno di cinque anni.”

E i civili?

L’avvocato Masia è chiaro: “I civili sarebbero coinvolti solo in situazioni di estrema necessità.” La legge del 23 agosto 2004, n. 226, ha sospeso la leva obbligatoria, ma questa potrebbe essere reintrodotta tramite decreto ministeriale in caso di guerra o crisi internazionale.

Chi sarebbe esonerato?

Un aspetto fondamentale è chi sarebbe esonerato dal servizio militare. L’avvocato Masia elenca le categorie che, per legge, sarebbero esentate:

  • Mancanza dei requisiti: Coloro che non soddisfano i requisiti di età, idoneità fisica e morale previsti dalla legge.
  • Imperfetti fisici: Persone con imperfezioni fisiche.
  • Tossicodipendenti: Coloro che presentano patologie legate alla tossicodipendenza.
  • Orfani con responsabilità familiari: Orfani di entrambi i genitori con responsabilità familiari.
  • Figli unici con genitori disabili: Coloro che sono l’unico figlio convivente di un genitore disabile.
  • Situazioni economiche eccezionali: Coloro il cui richiamo alla leva comprometterebbe il sostentamento familiare.

Età e genere: cosa prevede la legge e cosa potrebbe cambiare.

Attualmente, le liste di leva includono i soggetti che compiono 17 anni nell’anno di formazione delle liste, e sono chiamati alla visita di leva al compimento dei 18 anni, fino al 45esimo anno di età. Tuttavia, l’avvocato Masia sottolinea che in caso di guerra il Governo potrebbe intervenire.

“Il Governo potrebbe modificare i criteri, includendo anche le donne e aumentando il limite di età dei richiamabili, superando il limite attuale di 45 anni, considerato ormai anacronistico rispetto alle aspettative di vita odierne,” afferma l’esperto.

Un futuro incerto e la necessità di preparazione.

Il dibattito sulla preparazione militare in Italia è più vivo che mai. Sebbene la leva obbligatoria sia sospesa, la possibilità di una sua reintroduzione, insieme alla necessità di una risposta coordinata a livello europeo, pongono l’accento sull’importanza di una riflessione profonda sul futuro della difesa e sul ruolo di ogni cittadino. Le parole di von der Leyen ci ricordano che la pace, per essere preservata, richiede impegno e preparazione.