Medici di famiglia, cambia tutto: ecco come funzionerà il nuovo sistema. “Svolta epocale”

Una bozza di riforma destinata a scuotere le fondamenta del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è stata esaminata in anteprima dalla rubrica Dataroom di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera. La proposta, definita dalla giornalista un “passaggio epocale”, prevede una trasformazione radicale del ruolo dei medici di famiglia, che da liberi professionisti convenzionati con il SSN diventerebbero dipendenti pubblici.

Cosa Cambia per i Cittadini?

Le implicazioni per i cittadini sono significative. Il nuovo modello, se approvato, promette un’assistenza sanitaria più capillare e continuativa. Le principali novità riguardano:

  • Orari Garantiti e Maggiore Disponibilità: I medici di famiglia, con un orario settimanale di 38 ore, saranno tenuti a garantire la presenza medica sia nei propri studi privati sia nelle Case della Comunità, strutture che offriranno servizi dalle 8 del mattino alle 8 di sera, compresi esami diagnostici come elettrocardiogrammi, ecografie e spirometrie.
  • Continuità Assistenziale: L’obiettivo primario è assicurare una presenza medica costante e coordinata. I medici saranno chiamati a collaborare con il distretto, alternando l’assistenza ai propri pazienti con attività rivolte alla collettività, come visite, vaccinazioni e supporto ai pazienti di altri medici della zona.
  • Case della Comunità al Centro: Le Case della Comunità, previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), diventeranno il fulcro dell’assistenza territoriale, offrendo una vasta gamma di servizi sanitari e sociosanitari.

Il Nuovo Modello: Come Funzionerà?

Il documento prevede una modulazione dell’orario di lavoro in base al numero di assistiti. I medici con meno di 400 pazienti lavoreranno 38 ore nel distretto, dedicando 6 ore agli assistiti e le restanti alla programmazione territoriale. L’impegno per gli assistiti aumenterà progressivamente con l’aumentare del numero di pazienti, raggiungendo le 24 ore per i medici con oltre 1.500 assistiti.

Transizione e Dubbi

La riforma prevede un periodo di transizione. I nuovi medici di famiglia saranno assunti come dipendenti, mentre quelli attualmente in servizio potranno mantenere lo status di liberi professionisti, a meno che non optino volontariamente per l’assunzione.

Tuttavia, l’attuazione della riforma solleva dubbi. Secondo alcune analisi, i presupposti giuridici ed economici per trasformare i medici di famiglia in dipendenti pubblici mancherebbero, rendendo complessa la sua piena realizzazione.

Una Svolta Storica

Il passaggio dei medici di famiglia al ruolo di dipendenti pubblici rappresenta una svolta storica per il SSN. L’obiettivo è ambizioso: migliorare l’accesso alle cure primarie e garantire una maggiore continuità assistenziale per i cittadini. Resta ora da vedere come questa riforma, che promette di rivoluzionare il rapporto tra medici e SSN, si tradurrà in pratica e come si adatterà alle sfide del sistema sanitario italiano.

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