Tomaso Montanari contro Meloni a Otto e Mezzo: “Non siamo subalterni? Allora perché precisarlo?”
Il confronto politico si accende, e le parole del rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, gettano nuova benzina sul fuoco. Ospite della trasmissione “Otto e Mezzo” su La7 venerdì 2 maggio, Montanari ha commentato le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni rilasciate all’agenzia Adnkronos, in cui la presidente del Consiglio ha definito i rapporti con gli Stati Uniti in caso di ritorno di Donald Trump: “Con Trump saremo leali, ma non subalterni”. Una frase che ha scatenato la reazione immediata del rettore, che ha colto in essa un segnale preoccupante.
“Se la premier sente il bisogno di precisare che non siamo subalterni, è perché sa che il rischio c’è, vista l’imprevedibilità di Trump,” ha dichiarato Montanari in studio. “Non vedo alcun moderatismo in questo governo: ha ribadito il progetto di premierato e di controllo sui magistrati. Tutto questo è altro che moderazione.”
Il ragionamento del rettore si è poi esteso a una critica più ampia, toccando il contesto culturale e istituzionale del Paese. “Oggi l’Italia somiglia sempre più all’Ungheria di Viktor Orban,” ha affermato con forza Montanari. “C’è un attacco sistematico all’università perché è uno degli ultimi spazi dove si produce pensiero critico. Questa è una comunicazione che parla ai sudditi, non ai cittadini. L’ignoranza, in questo quadro, diventa funzionale: più si abbassa il livello generale, più queste retoriche fanno presa.”
Non è la prima volta che Montanari si esprime con toni critici nei confronti del governo Meloni. In una precedente intervista a “Piazzapulita”, sempre su La7, il rettore aveva già sollevato dubbi sul legame tra l’esecutivo e il passato fascista. “Il problema della Meloni non è il fascismo, ma che si veda troppo che lo sono,” aveva dichiarato Montanari. “Esiste una doppia verità: da un lato si minimizza il legame con il fascismo, dall’altro si teme che emerga troppo chiaramente. È pacifico che in certe chat tutti condividano certe idee: il punto è evitare che si vedano troppo.”
Le dichiarazioni di Montanari si inseriscono in un dibattito politico acceso, soprattutto sul piano istituzionale e culturale. Le riforme proposte dal governo, in particolare il progetto di premierato e le modifiche alla giustizia, sono al centro di un acceso confronto. Allo stesso tempo, la questione dei rapporti internazionali, e in particolare il possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, pone nuove sfide e interroga il ruolo dell’Italia sullo scacchiere globale.