Medvedev, parole choc sull’Ucraina e su Zelensky: “Finirà nel modo più triste”
Le parole di Dmitri Medvedev, numero due del Consiglio di Sicurezza russo, hanno scosso ancora una volta il dibattito internazionale. In una dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa russa Ria Novosti, l’ex presidente russo ha scagliato un duro attacco verbale contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, preannunciando un “triste” destino per il leader di Kiev e ribadendo con forza l’obiettivo del Cremlino di una “vittoria definitiva” in Ucraina.
L’intervento di Medvedev si inserisce nel contesto della propaganda russa che giustifica l’invasione in corso, definita ancora una volta una “operazione militare speciale” volta a “distruggere il regime neonazista di Kiev”. Il politico russo ha reagito alle notizie, riprese anche dall’agenzia Reuters, riguardanti le dichiarazioni di Zelensky che elogiano l’intelligence ucraina per l’eliminazione di alti ufficiali russi. Medvedev ha definito tali affermazioni rivelatrici della “natura patologica” del presidente ucraino, definendolo “un tipo così particolare” a capo di “uno stato così anomalo”.

Deputy head of Russia’s Security Council Dmitry Medvedev speaks during an interview with Russian media at a residence outside Moscow, Russia, March 23, 2023. Sputnik/Yekaterina Shtukina/Pool via REUTERS
L’ex presidente ha quindi insistito sulla necessità di portare a termine l’operazione militare con una “vittoria definitiva” per Mosca, sottolineando che a essere colpito dovrà essere il “regime”, non necessariamente lo Stato ucraino, il cui futuro è definito come “una questione del futuro”. Questa distinzione, seppur sottile, sembra suggerire un’intenzione di Mosca di perseguire obiettivi politici ben definiti, oltre a quelli militari.
Le dichiarazioni di Medvedev riprendono la narrazione ufficiale del Cremlino che dipinge il governo di Zelensky come “neonazista”, un’accusa respinta con forza dalla comunità internazionale e ritenuta infondata da numerosi analisti politici e osservatori indipendenti. Questa retorica, ampiamente utilizzata per giustificare l’aggressione militare, continua a alimentare le tensioni e a polarizzare il dibattito sulla guerra in Ucraina.
L’attacco di Medvedev arriva in un momento critico, con il conflitto che si protrae da oltre due anni, mietendo vittime e distruggendo infrastrutture. Le sue parole sembrano confermare la linea dura del Cremlino, che non sembra intenzionato a fare concessioni e punta a raggiungere i propri obiettivi militari e politici, nonostante le pesanti conseguenze per l’Ucraina e il mondo intero. La guerra in Ucraina continua quindi a essere combattuta non solo sul campo di battaglia, ma anche sul piano della comunicazione, con ogni dichiarazione che alimenta la propaganda e contribuisce a definire il futuro del conflitto.